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La scuola fatta in casa, perché no?

11 settembre 2017 | 13:17
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La scuola fatta in casa, perché no?

Spopolamento: Forse è il momento di riflettere su soluzioni più coraggiose e innovative per la Basilicata. Una di queste potrebbe essere l’Homeschooling

I giovani vanno via dalla Basilicata. In molti paesi ormai non ci sono più bambini. E quando ci sono non bastano nemmeno per fare un’aula scolastica. Alcuni Comuni sono costretti a mandare i propri ragazzi nelle scuole pubbliche del Capoluogo o in altri paesi vicini, quando possibile. Il problema della pianificazione scolastica ogni anno diventa più complesso. I nodi si ripropongono puntuali senza che qualcuno proponga soluzioni degne di questo nome. Il trend di spopolamento non sembra invertire la tendenza. Nei prossimi anni la situazione si presenterà ancora più drammatica. Le istituzioni e la politica menano il can per l’aia che si morde la coda. Allora?

Forse è il momento di riflettere su soluzioni più coraggiose e innovative per la Basilicata. Una di queste potrebbe essere l’Homeschooling, la scuola in casa o, se si preferisce, educazione parentale. L’educazione parentale è l’istruzione impartita dai genitori o da altre persone scelte dalla famiglia ai propri figli. Si può coinvolgere nell’educazione chiunque abbia la voglia e la capacità di trasmettere conoscenza e abilità, sfruttando tutte le fonti di conoscenza e competenza che sono disponibili nell’ambiente circostante alla famiglia. Insegnanti in pensione, per esempio. Esperienze e intelligenze del luogo. Più famiglie possono riunirsi per creare una homeschooler comune.

Le famiglie scelgono cosa e come imparare, orientandosi ai desideri e alle inclinazioni dei propri figli i quali imparano attraverso la conversazione, il gioco, la lettura e la scrittura, le lezioni all’aperto, il lavoro manuale, le attività in casa, e per i più grandi anche con i vari lavori di volontariato. Le motivazioni che spingono le famiglie in Italia e all’estero a scegliere l’educazione parentale sono diverse e di diversa natura. In Basilicata vi è una ragione in più: l’impossibilità di attivare aule di scuola pubblica nel proprio paese. Ci sarebbero molti vantaggi, anche di natura sociale e di rinforzo della coesione.

Ci sarebbero anche dei problemi. Insomma come in tutte le cose esistono i pro e i contro.  Ad ogni modo l’educazione parentale è una scelta, libera. Non ci sono ostacoli normativi, lo prevede la Costituzione. Per essere riconosciuta l’istruzione familiare, però, bambini e ragazzi sono obbligati a sostenere annualmente i cosiddetti esami di valutazione per riconoscere i progressi e permettere di passare all’anno o al grado successivo di studi.

Questo sistema educativo, molto diffuso all’estero, sta prendendo piede anche in Italia. Si contano circa un migliaio di famiglie che hanno scelto per i propri figli “la scuola in casa”. La Basilicata ha seri problemi demografici che non si risolvono certo con la scuola in casa. Tuttavia l’homeschooling potrebbe essere una delle risposte, seppure parziale, per affrontare le difficoltà attuali. Credo che la Regione e le altre istituzioni locali debbano creare le condizioni perché le famiglie possano scegliere anche questa strada. Insomma, si apra una discussione e magari si faccia una legge che favorisca queste forme alternative di istruzione.