Il caporalato delle badanti. Tangente di 150 euro in cambio di un anziano da assistere




Le fanno venire in Italia, le sistemano nelle famiglie che hanno bisogno di assistenza e una volta assunte si fanno pagare “un caffè per il favore”. Caffè il cui costo varia dai 100 ai 150 euro
700 euro al mese: fonte di ricchezza. E’ ancora la povertà nei loro paesi d’origine a spingere le donne del’Est a trasferirsi in Italia. Uno stipendio di 700 euro cambia la loro vita. Infatti, in Ucraina 1 euro vale 13,42 Grivna (1 Grivnia = 0,03 cent) e in Romania 1 euro è uguale a 4,61 Ron (1 Ron = 0,21 cent). Messa da parte la somma necessaria tornano a casa. Le badanti straniere continuano ad essere preferite rispetto a quelle italiane: non chiedono un contratto regolare (dall’ultimo rapporto Soloterre, in collaborazione con Irs – Istituto per la Ricerca Sociale – sono in 253mila), pur essendo consapevoli di non essere tutelate, lavorano giorno e notte a 700 euro al mese; sono sempre presenti anche perché quasi sempre abitano nella stessa casa degli anziani che assitono. Le italiane, al contrario, chiedono una retribuzione maggiore e non danno disponibilità h24.
In Basilicata, secondo una ricerca realizzata dalla Fondazione Leona Moressa in collaborazione con Domina (Associazione nazionale famiglie datori lavoro domestico), nel 2015, c’è lo 0,5% di badanti in rapporto agli anziani over 75. Quest’ultimi crescono sempre più: nel 2015 erano l’11% della popolazione, ma nel 2050 saranno quasi il 25%. La domanda, dal 2007, è cresciuta del 42%.
Intanto il “mercato delle badanti”, nonostante le misure della Regione Basilicata, rimane ancora un mercato nero. Qualcosa, nelle politiche regionali, non funziona.