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Al Città delle Cento Scale Festival in scena Giulio Cesare

18 settembre 2017 | 11:31
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Al Città delle Cento Scale Festival in scena Giulio Cesare

Nella sua IX edizione il Città delle Cento Scale festival ha messo in cartellone uno straordinario spettacolo che ha segnato fortemente la storia del teatro di ricerca in Italia.

Il 19 e il 20 settembre (repliche alle ore 17.30 e alle ore 19.30) nella Chiesa del Carmine a Matera, andrà in scena Giulio Cesare. Pezzi staccati, un intervento drammatico su William Shakespeare della compagnia Socìetas Raffaello Sanzio, con ideazione e regia di Romeo Castellucci.

La rassegna di danza e arti performative prodotta da Basilicata 1799, con il sostegno del Mibact e della Regione Basilicata – Ufficio Sistemi Turistici e Culturali e in collaborazione con il Polo Museale della Basilicata, mette così in programma un nuovo imperdibile appuntamento.

«Avere in rassegna uno spettacolo che ha segnato così drasticamente la storia recente del teatro contemporaneo – spiegano Peppe Biscaglia e Francesco Scaringi, ideatori del festival – significa confermare il livello internazionale e di assoluta qualità a cui il 100 Scale è riuscito a consolidarsi.

Di più, ancora una volta, il festival si propone come uno spazio capace di portare in Basilicata, in luoghi urbani, più o meno insoliti per la fruizione teatrale, le voci più autorevoli del panorama autoriale contemporaneo.»

Il 19 settembre, inoltre, alle 16.30 nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi, il noto critico teatrale Andrea Porcheddu, guiderà il pubblico alla visione dello spettacolo della Socìetas con un seminario dal titolo Epopea della Voce. Il festival prosegue così nel tentativo di allargare la fruizione teatrale a un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo.

Tornare a Giulio Cesare, spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio andato in scena per la prima volta nel 1997, non significa assecondare la nostalgia o la seduzione dell’autocitazione.

I discorsi di “…vskij” e Marco Antonio si fronteggiano, sono pezzi staccati come qualcosa che si riferisce a un tutto ma che, al contempo, lo supera in funzione. Sono immagini icastiche che di quel dramma della voce, alle prese con il potere ammantato dalla forza della parola.