Licenziati senza pietà. Vanno a casa gli 11 lavoratori della TecnoIndustrie di Viggiano
Senza alimentare contrapposizioni o “guerre tra poveri” è comunque intollerabile – scrive l’Associazione Bene Comune Viggiano – che operai della nostra zona e regione perdano il posto mentre nelle attività petrolifere lavorino cittadini extracomunitari o provenienti da Paesi Europei
La notizia del licenziamento dei lavoratori di TecnoIndustrie Viggiano, a seguito del mancato accordo sulla procedura di mobilità, riaccende le preoccupazioni delle comunità della Val d’Agri sul fronte dell’occupazione. E’ il commento dell’Associazione Bene Comune Viggiano affidato ad una nota a firma del presidente Vittorio Prinzi per il quale è la prima avvisaglia di un autunno ancora più difficile per il lavoro.
Senza alimentare contrapposizioni o “guerre tra poveri” è comunque intollerabile – è scritto nella nota – che operai della nostra zona e regione perdano il posto mentre nelle attività petrolifere lavorino cittadini extracomunitari o provenienti da Paesi Europei, disconoscendo professionalità ed esperienze acquisite dai nostri lavoratori negli anni. Non è certo questo un bell’esordio per le linee guida di validazione e certificazione delle competenze, approvate dalla Giunta regionale, come ha riferito il neo assessore Cifarelli, nell’ambito dell’attività per l’attuazione del sistema integrato “Drive” per la valorizzazione delle esperienze.
Come non è di alcuna utilità il riconoscimento per la nostra regione ad essere tra le prime regioni del Mezzogiorno a dotarsi di un sistema completo di riconoscimento e certificazione delle competenze professionali se poi non si è in grado di ricollocare i dipendenti di TecnoIndustrie Viggiano in nessuno stabilimento di Viggiano o dell’altro comprensorio petrolifero Tempa Rossa.
Non possiamo accettare – dice Prinzi – la politica del gambero: un passo indietro perdendo posti di lavoro e uno avanti (tutto da verificare nei fatti) con l’impegno dell’ad Eni De Scalzi a nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro. Noi siamo con gli undici lavoratori licenziati e le loro famiglie e continuiamo a sostenere la necessità di guardare al presente e futuro della valle oltre il petrolio