I socialisti lucani azionisti della Feudal Policy spa

L’unico passato che riconoscono è il passato di pomodoro. Magari con un garofano al posto del basilico. Sull’ultimo miglio, prima delle elezioni, la Società per azioni Feudal Policy, accelera le manovre acchiappa consensi.
L’unico passato che riconoscono è il passato di pomodoro. Magari con un garofano al posto del basilico. Sull’ultimo miglio, prima delle elezioni, la Società per azioni Feudal Policy, accelera le manovre acchiappa consensi.
L’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Francesco Pietrantuono, si dimette da consigliere regionale per lasciare il posto al suo compagno di partito, gradito al presidente Pittella, Antonio Rossino da Lauria. Secondo dei non eletti nella lista Psi alle elezioni del 2013.
Il primo dei non eletti, Antonio Bochicchio, ha rinunciato alla carica perché già sistemato sulla poltrona di amministratore unico del Consorzio Industriale di Potenza. I socialisti lucani, compagni dei Pittella’s story, portano a casa un assessore, un consigliere regionale, diverse poltrone nei vari enti mangiasoldi e prebendifici.
Si tratta di una minuscola pattuglia di leader senza militanti, tra i quali storici professionisti del consenso elettorale.
Con qualche migliaia di voti raccattati grazie alle loro postazioni feudali, questi uomini in Basilicata detengono una bella fetta di azioni nella “Feudal Policy spa.”
Attenzione, però, si tratta di un potere molto funzionale alle strategie elettorali e di carriera del re presidente della Regione e della sua corte.
Il Psi lucano è semplicemente destinatario di “concessioni terriere” e di “titoli nobiliari”, generosamente decretati dal re Pittella. E’ così che stanno le cose. Le dichiarazioni ufficiali nelle conferenze stampa sono la facciata ipocrita di una politica che continua a recitare sulla pelle dei cittadini. Questa operazione, a cui seguiranno altre, statene certi, produce nuovi costi. Raddoppiate le poltrone, raddoppiano le spese. Ma non è questo il problema. La democrazia ha i suoi costi.
Lo dice a buona ragione Livio Valvano, sindaco di Melfi e segretario dei socialisti lucani. D’accordo. Ma che c’entrano la democrazia e i suoi costi con le vostre manovre all’interno dell’assemblea dei soci della Feudal Policy Spa? E che c’entra la democrazia in un sistema feudale come il nostro?
In questa regione “medievale” la lotta tra i feudatari è diventata sempre più feroce. E’ dunque comprensibile che alcuni vassalli, valvassori e valvassini, si organizzino per la prossima battaglia campale. A chi e a quanti il vecchio o il nuovo re donerà il bestiame e le terre conquistate? A chi e dove i servi della gleba dovranno obbedire?