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Gas e petrolio, sei regioni contro il Governo

3 agosto 2017 | 11:52
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Gas e petrolio, sei regioni contro il Governo

Su invito del coordinamento No Triv hanno deciso di impugnare decreto del Mise

Per il Governo è una nuova “Caporetto”: su invito del Coordinamento Nazionale No Triv ben sei Regioni, infatti, hanno deliberato di impugnare il decreto del ministero dello Sviluppo Economico del 7 dicembre 2016.

Il decreto definisce il disciplinare per il rilascio e l’esercizio dei titoli minerari su prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi.

Le Regioni sono Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Marche e Veneto. La maggior parte, ben cinque, sono a guida centro-sinistra ed una, il Veneto, centro-destra. Era già accaduto in occasione della richiesta del Referendum No Triv. Alle Regioni bisogna aggiungere anche i Comuni di Vasto e Pineto, entrambi in Abruzzo.

Fatale per il Mise è stata la recente sentenza n° 198/2017 con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato che non spetta allo Stato e, per esso, al Mise adottare il Disciplinare-tipo senza adeguato coinvolgimento delle Regioni, e che, pertanto, il Discplinare del 2015 ed anche quello del 7 dicembre 2016 sono illegittimi.

A questo punto -afferma Tiziana Medici, portavoce e cofondatore del CNNT- “Il Mise ha di fronte a sé due alternative: o ritira il Disciplinare del 7 dicembre 2016 e ne riscrive uno del tutto diverso, cancellando tutte le amenità denunciate pubblicamente dal CNNT, ricercando l’Intesa con le Regioni, oppure andrà incontro a sonore sconfitte nelle aule dei tribunali ogni qualvolta tenterà di adottare un qualsiasi atto che richiami il Disciplinare-tipo dichiarato incostituzionale dalla Corte. Noi saremo lì ad attenderlo”.

“Siamo ovviamente soddisfatti dell’importante risultato raggiunto – aggiunge Enzo Di Salvatore, costituzionalista, ispiratore del Referendum No Triv e cofondatore del CNNT – ma non basta. Il Governo deve inserire nella SEN 2017 la previsione del Piano delle Aree e porvi mano, d’intesa con le Regioni e le Autonomie Locali. Tra Disciplinare-tipo ed assenza di Piano Aree, nel nostro Paese le compagnie Oil&Gas hanno di fatto mano libera”.