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Aprite gli occhi. Ci stanno rubando la fiducia

4 agosto 2017 | 16:37
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Aprite gli occhi. Ci stanno rubando la fiducia

Una volta si diceva che la fiducia è un capitale sociale indispensabile per lo sviluppo. Senza fiducia non c’è scambio, senza scambio non c’è commercio, senza commercio non c’è crescita

Una volta si diceva che la fiducia è un capitale sociale indispensabile per lo sviluppo. Senza fiducia non c’è scambio, senza scambio non c’è commercio, senza commercio non c’è crescita

Si diceva anche che la fiducia è un bene relazionale importante per la cooperazione, per fare le cose insieme, per amalgamare persone e gruppi in vista di obiettivi comuni. La fiducia è linfa della convivenza civile,un prerequisito essenziale dell’ordine politico e della fondazione del contratto sociale. La società italiana sembra aver perso “l’ormone della fiducia”. Diffidare è un atteggiamento istintivo che appartiene alla natura umana. La diffidenza, già presente nell’uomo primitivo, è un’opzione che spinge a non fidarsi subito delle situazioni nuove e sconosciute, a non mettersi in pericolo.Il problema sorge nel momento in cui questo diventa un atteggiamento costante, tale per cui diventiamo sospettosi anche quando non dovremmo. E così siamo sempre alla ricerca di prove, indizi e segni che possano rassicurarci a sufficienza. E se siamo continuamente a caccia di indizi sospetti, finiremo sempre per trovarne qualcuno. E’ così che le relazioni tra persone e tra comunità, saltano. Diversamente dalla diffidenza, la sfiducia, essere sfiduciati, è un atteggiamento sociale più legato alla tendenza alla rassegnazione che alla tendenza al sospetto e alla paura. Comunque la vogliamo vedere, la questione è che gli individui in questa società sono sfiduciati e diffidenti, non per colpa loro. Mancanza di fiducia nei media, nella politica, nelle istituzioni sono espressioni sia di sfiducia sia di diffidenza. Regole violate, corruzione, patti non mantenuti, manipolazione dell’informazione, causano incertezze sociali, e paure, che si riscontrano in due fenomeni: aumento della conflittualità banale, fine a se stessa (diffidenza); l’astensionismo dal voto e il ritiro civile di ampie fasce della popolazione (sfiducia). L’erosione della fiducia nelle relazioni individuali e sociali, ha consentito la diffusione di una “conflittualità banale”: vaccini sì vaccini no, vitalizio sì vitalizi no, immigrati sì immigrati no, presunti onesti contro presunti disonesti, italiani contro stranieri, e così via. Tutto condito da un finto dibattito sostenuto da argomentazioni superficiali da una parte e dall’altra. Un banalismo che coinvolge le più alte istituzioni del mondo. Basta vedere che fine hanno fatto quelle che un tempo erano, opportunamente, solenni dichiarazioni di Capi di Stato. Brutta fine. Oggi si dichiara guerra con un twit o con un post su facebook. E non sarà un caso se twit, sostantivo, vuol dire “sciocco”, “stupido”. Neanche è un caso se twit, verbo transitivo, vuol dire “rinfacciare”. Ecco, quella conflittualità banale è un continuo rinfacciarsi di accuse spesso insensate e infondate. La dialettica, quella vera, è andata a quel paese. C’è un altro aspetto da considerare e su cui riflettere seriamente. Nella società della sfiducia e della diffidenza si fanno strada la “fede” e la “credulità”. Quando tutto è incerto, poco trasparente, incoerente, banale, quando scarseggiano i mezzi e i simboli per interpretare la realtà scatta un atteggiamento di sopravvivenza: credere in tutto ciò che rinfaccia il torto all’altro (è il fenomeno delle bufale e delle fake news); essere fedele al leader il quale ha sempre e comunque ragione, credere in lui a prescindere. Ecco. Sfiducia, diffidenza, paura, sono nemiche della democrazia, della libertà, dei diritti. Sono, al contrario, concubine, degli imbroglioni. Sono creature di coloro che dall’erosione di fiducia traggono benefici spesso inconfessabili. Aprite gli occhi.