L’Italia ha compiuto un primo passo per uscire dal Medioevo

6 luglio 2017 | 09:47
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L’Italia ha compiuto un primo passo per uscire dal Medioevo

Di Nazismo si muore…Con l’approvazione della legge che introduce in Italia il delitto di tortura, prevedendo aggravanti speciali per i pubblici ufficiali che pratichino questa particolare “terapia” ai cittadini da loro arrestati, l’Italia ha compiuto un primo passo per uscire dal Medioevo, dalla cultura che prevede un esercizio del potere improntato alla forza ed alla violenza: una boccata di civiltà è penetrata nelle nostre mura, ma il percorso verso i parametri ordinari per una nazione realmente civile e democratica è ancora molto lungo e tutto in salita. Da Marco Pannella ad Ernesto Rossi, da Malcom X a Gandhi il mondo è stato abitato da alcuni individui (grandi) che in tutti i modi e con tutti i mezzi leciti hanno tentato di riportare il potere a condotte ed abitudini meno becere e meno invasive, ma sopratutto più rispettose per la vita e la dignità umana: i tentativi non sempre sono stati coronati da successo, come pure dimostrano i fatti avvenuti qualche anno fa a Genova  (fatti del G8), dove diversi pubblici ufficiali si sono resi responsabili di condotte violente e gratuitamente cattive in danno di persone arrestate, ma sopratutto come dimostrano le centinaia di decessi per suicidio consumati nell’anno in corso nelle patrie galere a causa delle “accoglienti” condizioni di vita riservate ai detenuti, che si trovano così “bene” nei vari carceri del Paese da cercare il rimedio della morte contro la prosecuzione delle inenarrabili torture quotidiane cui sono sottoposti. Contro questo putrefacente mare di ”M…” il movimento radicale si batte (da solo) da decine di anni, vigilando sulle case circondariali mediante accessi periodici dei suoi esponenti, denunziando anomalie e vizi di alcuni centri di detenzione(autentici lager), auspicando l’adozione di urgenti rimedi legislativi contro la cancrena di non poche istituzioni, rimaste democratiche solo a parole. Si impone ad esempio la necessità di abolire un innegabile strumento di tortura, raffinato ed esecrabile, qual è l’art.41 bis dell’ordinamento carcerario, che riporta la memoria alle case di reclusione di caratura stalinista o hitleriana, il cui scopo non era la “rieducazione del condannato” ma la sua distruzione fisica e psichica, spingendolo verso il suicidio e l’autoeliminazione allo scopo di anticipare una condanna a morte irrogata nei fatti da uno Stato che dichiara di aborrire (ma solo a parole) la pena di morte. Ricordiamo le molte condanne emesse dagli organi della giustizia europea nei confronti dell’Italia a causa delle condotte inumane praticate ai danni dei detenuti, a favore dei quali sono state adottate innumerevoli decisioni dal contenuto riparatorio e risarcitorio dei danni arrecati, auspicando che il nostro da Paese “pregiudicato” divenga finalmente un Paese realmente civile, privo di connotazioni da stato autenticamente fascista e reazionario.

Gaetano Bonomi,già Procuratore generale e Consigliere di Cassazione