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Cronaca
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Le promesse non mantenute dal Comune di Potenza dopo lo sfregio del bosco

14 luglio 2017 | 16:57
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Le promesse non mantenute dal Comune di Potenza dopo lo sfregio del bosco

È deserto nella periferia Nord-Est di Potenza: dove un tempo c’era l’area boscosa di Macchia Romana, ora c’è il complesso residenziale “Giotto”, di Astor Immobiliare. Sono passati circa due anni dall’ultimo incontro tenutosi tra le associazioni locali, i residenti di Macchia Romana e il sindaco De Luca, l’assessore all’Urbanistica, i funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune di Potenza e i rappresentanti dell’Astor. Oggi, le associazioni chiedono nuovamente al sindaco di Potenza e agli Uffici Comunali competenti «che sia convocato un tavolo comune per definire una volta per tutte, in maniera condivisa, le modalità di riqualificazione di quest’area».

Promesse non mantenute. Oggi, l’edificio di Macchia Romana si è concluso e l’impegno che il sindaco De Luca aveva preso non è stato mantenuto: con l’impresa Astor avevano deciso di modificare il progetto delle sistemazioni esterne al fine di eliminare la strada di collegamento tra la Via Appia e la Via Consolini per riqualificare l’area con ri-piantumazioni di alberi (pioppi, quercie, etc.) e per creare aree verdi e spazi attrezzati per bambini. Inoltre, l’impresa aveva concesso la ri-piantumazione di circa 200 pioppi per compensare gli abbattimenti e per consolidare i versanti artificiali presenti in una zona a forte rischio idrogeologico.

L’appello. Il WWF Potenza e Aree Interne, Italia Nostra Potenza e Progetto Io Vivo Qui Ascoltami lanciano il loro appello al primo cittadino, all’assessore all’Edilizia e all’Ambiente, al Responsabile per la Trasparenza, al Dirigente Ufficio Lavori Pubblici e Verde Urbano, alla Polizia Municipale, al Dirigente Ufficio Urbanistica e Pianificazione Territoriale, Dipartimento Ambiente e Territorio – Regione Basilicata: «illustrateci, nella modalità che verrà ritenuta più opportuna, lo stato di avanzamento dei lavori del cantiere Astor, le specifiche del nuovo cantiere in quanto a consistenze edilizie da realizzare, opere di stabilizzazione dei versanti, opere di urbanizzazione primaria e secondaria, realizzazione di verde di quartiere e quanto altro contenuto nella documentazione progettuale prodotta per ottenere le conseguenti autorizzazioni. Agli altri soggetti in indirizzo, di verificare la correttezza delle procedure amministrative ed edilizie, l’eventuale inadempienza contrattuale almeno in merito alla realizzazione delle urbanizzazioni primarie e secondarie da parte delle ditte costruttrici impegnate nella suddetta area».

La costruzione continua. Il sollecito va di pari passi con quanto non è stato fatto. Sotto gli occhi di tutti non solo l’area recintata non è fruibile dai residenti ma versa in una condizione di abbandono e degrado. Ed inoltre, non contenti, sono state realizzate altre imponenti opere di movimento terra, sbancamenti, trivellazioni e messa in opera di palificate. Si tratterebbe di “Opere di urbanizzazione primaria – Area denominata C5/C6 del P.R.G.”, sui cartelli c’è il disegno di un edificio alto otto piani.