Gli incendi in Basilicata e la scellerata soppressione del Corpo Forestale

19 luglio 2017 | 16:19
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Gli incendi in Basilicata e la scellerata soppressione del Corpo Forestale

Negli occhi abbiamo stampata l’immagine rossa del fuoco, fiamme che hanno divorato ettari ed ettari di boschi, patrimonio straordinario della nostra regione, dal Metapontino all’Alto Bradano, dal Vulture a Maratea; un bene superiore, questo, che andava ad ogni costo tutelato. Il dato più evidente e forte che emerge da questa catastrofe è l’assenza di una delle Istituzioni fra le più apprezzate per la professionalità e concretezza del suo operato nella protezione e nella difesa del patrimonio ambientale del Paese, e ciò perché purtroppo dal 1 gennaio, dopo circa 200 anni di gloriosa storia, il Corpo forestale dello Stato, l’unico corpo di polizia ambientale da sempre votato alla tutela della montagna, dei corpi idrici, dei boschi nonché presenza discreta tra la collettività delle aree agricole e rurali, è stato soppresso ed inserito nell’Arma dei Carabinieri e nei Vigili del Fuoco. Se la legge n.353 del 2000 prevede che le competenze organizzative dell’antincendio boschivo siano in capo alle Regioni (che nel tempo si avvalevano e si avvalgono di Piani Operativi sottoscrivendo opportune convenzioni con Enti locali, associazioni di volontari, Vigili del Fuoco ed in passato con il CFS), e se non va dimenticato che il Governo Renzi ha posto in essere anche una serie di riforme che hanno riguardato gli Enti Locali e le Provincie causando ulteriori innumerevoli danni (tra l’altro anche sulla gestione dell’antincendio boschivo), oggi Sindaci, Assessori, Presidenti di Regione, si strappano le vesti e gridano allo scandalo, ma nessuno di loro ha mai dimostrato, nel recente passato, la giusta attenzione per il CFS, di fatto rendendosi corresponsabili di quanto si sta ora verificando. Il Governo delle “riforme” di Matteo Renzi, con la compiacenza degli ex vertici del Corpo Forestale dello Stato, è il responsabile dell’ennesimo infausto provvedimento legislativo che oggi mostra, inesorabilmente, i suoi disgraziati effetti: gli incendi che stanno devastando il nostro Paese sono anche la conseguenza della disorganizzazione generale dovuta alla soppressione del Corpo forestale dello Stato con una conseguente vera e propria dispersione delle competenze sul territorio. Già il Consiglio di Stato, nella redazione del parere interlocutorio rilasciato a fronte della delega, aveva sollevato alcune criticità che andavano risolte prima della promulgazione dell’atto legislativo: riteneva infatti indispensabile che fosse assicurata l’unitarietà e la continuità delle funzioni di tutela nei settori ambientale e agroalimentare assolte dal Corpo forestale dello Stato. Invece è ormai chiaro a tutti che la riforma Renzi-Madia ha indebolito il nostro sistema di protezione ambientale che aveva proprio nella specializzazione del Corpo forestale un punto fermo: gran parte della forza lavoro è stata dirottata a funzioni diverse da quelle per cui era stata formata e centinaia di ettari di bosco bruciano nell’impotenza complessiva di un nuovo sistema organizzativo che è palesemente insufficiente e che è miseramente fallito; non è quindi un fulmine a ciel sereno il fatto che, una volta promulgata la legge “Madia”, sul campo si contino centinaia di ettari di boschi andati in fumo (e, purtroppo, anche le prime vittime); è invece la dimostrazione dell’incapacità politica di un centro sinistra che, partendo dal Governo nazionale e passando alle Regioni, ha dimostrato nei fatti di non conoscere il territorio e le sue peculiarità. Il presidio capillare sul territorio, in passato realizzato dal Corpo forestale, non c’è più e sono state riversate tutte le responsabilità ed i compiti operativi sui Vigili del fuoco e sull’Arma dei Carabinieri, disperdendo un patrimonio complessivo di preziose conoscenze e di strumenti operativi, con danni incalcolabili a cose e persone, in più con il rischio di produrre un rilevante danno di operatività e di immagine anche all’Arma dei carabinieri ed al Corpo dei Vigili del Fuoco. Renzi il rottamatore, rottamando un Corpo che aveva una peculiarità strategica nel fronteggiare le crisi ambientali, ha in questo caso dimostrato ancora una volta di aver rottamato soltanto il buonsenso: chi appicca il fuoco va punito severamente, ma ciò che sta accadendo ora è il combinato disposto dei guai provocati anche e proprio dalla demolizione del sistema del Corpo Forestale C’era una volta il CFS che con poco meno di 8000 persone riusciva ad essere il collante tra tutte le parti interessate e che, per la sua capillarità, per la professionalità acquisita nel tempo, garantiva, anche con il sacrificio di vite umane, la tutela dei boschi dal fuoco nel periodo di grave pericolosità; oggi l’assorbimento da parte di altre istituzioni ha tolto 7000 operatori del Corpo Forestale dai boschi e dalle zone di montagna (personale altamente qualificato e preparato che in caso di incendi assumeva il ruolo di direzione degli spegnimenti e di organizzazione delle forze in campo) e 28 elicotteri su 32 (formanti la flotta aerea ex CFS, da sempre impiegati nell’attività antincendio, garantendo supporto e collaborazione alle Regioni) rimangono a terra o adempiono ad altre attività; il paradosso finale è che mentre la competenza per l’antincendio boschivo è stata trasferita ai Vigili del Fuoco, nelle sale operative della protezione civile, nella SOUP, di alcune Regioni, prendono ancora posto Carabinieri Forestali, ma non si sa per fare cosa. Gravissimo il silenzio da parte di tutti quelli che avrebbero potuto e dovuto difendere il CFS: non una parola dal Ministro delle Politiche Agricole (da cui dipendeva il Corpo), né da quello dell’Ambiente, né e soprattutto da Capi ed ex Capi del Corpo; è, questo, un silenzio colpevole che cerca di coprire il più efferato e scellerato delitto della storia ambientale del nostro paese senza pagarne le conseguenze, e che dimostra soltanto la loro inadeguatezza. Se sono numerose le Regioni che finalmente si sono pronunciate contro il decreto legislativo – che ha smobilitato il Corpo Forestale – del Ministro Madia e del Governo Renzi, ci auguriamo e speriamo che in un futuro prossimo altri e diversi attori possano restituire al Corpo Forestale la sua storia, le sue funzioni e le sue origini ripristinando la sua piena funzionalità ed autonomia.

On. Giuseppe Moles (Commissario Regionale “Forza Italia” Basilicata)