Centrale a biogas di Picerno, condanna in primo grado

4 luglio 2017 | 17:10
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Centrale a biogas di Picerno, condanna in primo grado

Nel 2012 il Corpo Forestale dello Stato, nel corso di servizi di specifica competenza, ha denunciato alla Procura della Repubblica Donato e Dario Curcio, successivamente indagati nell’ambito di un’inchiesta legata alla Centrale 

Nel 2012 il Corpo Forestale dello Stato, nel corso di servizi di specifica competenza, ha denunciato alla Procura della Repubblica Donato e Dario Curcio, successivamente indagati nell’ambito di un’inchiesta legata alla Centrale a Biogas di Picerno.

Nel 2013 il Comitato Cittadino Boscotrecase, insieme ad alcuni abitanti della zona, si è costituito parte civile nel processo per i reati ambientali loro ascritti. Sui fatti portati a processo si è pronunciato da qualche settimana il Tribunale di Potenza che, con la sentenza n. 1091/17, condanna in primo grado Dario Curcio per il deposito incontrollato di circa 400 metri cubi di rifiuti speciali. A renderlo noto è il Comitato cittadino Boscotrecase, che prende il nome dalla contrada di Picerno in cui si trova la centrale.

“La sentenza- spiega il Comitato Boscotrecase- dà agli abitanti della contrada la possibilità di vedere riconosciuto il diritto a vivere in un territorio sano, dopo decenni di segnalazioni e denunce contro la “gestione” dell’ambiente da parte di queste persone.

Finalmente- aggiunge il Comitato- si apre uno spiraglio in quello che fino ad oggi sembra essere un muro di gomma. Dall’inizio di quel processo ad oggi, alle stesse persone – denunciate all’epoca dal Corpo Forestale dello Stato – sono stati ascritti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, e confermati dalla seconda sezione penale della Suprema Corte di Cassazione (cfr. sentenza 9203 – udienza del 16/12/2016), reati di tipo associativo riguardanti la illecita gestione della Centrale a Biogas di Picerno, l’indebito percepimento di fondi pubblici e lo smaltimento illecito di rifiuti.

Il processo inizierà a breve e il Comitato Cittadino Boscotrecase sarà di nuovo presente, in qualità di parte civile, per tutti i danni arrecati alla qualità della vita delle persone che vivono stabilmente nella contrada ma, soprattutto, per salvaguardare ancora una volta il diritto che ha ogni cittadino di vivere tranquillamente e con le proprie famiglie in un ambiente sano”.

Il Comitato, inoltre, ribadisce la volontà di devolvere in beneficenza le eventuali somme che dovessero essere stabilite quale risarcimento danni alle parti civili.