Norme regionali salva poltrone sono vergognose

28 giugno 2017 | 11:12
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Norme regionali salva poltrone sono vergognose

“Dopo che la masseria è bruciata, si cerca di salvare i topi”: lo dice un vecchio adagio popolare ed è quanto stanno praticando gli inquilini del Palazzo Regionale di via Anzio, i quali, asserragliati nel bunker e sordi alle istanze di cambiamento di pratiche istituzionali obsolete ed autoreferenziali, dinanzi all’evidente peggioramento delle condizioni materiali di vita delle persone, pensano esclusivamente alle proprie convenienze ed ai privilegi del ceto politico al quale appartengono. Così, nottetempo, con un emendamento alla legge di assestamento del Bilancio regionale approvano una norma che reintegra il vitalizio ai loro predecessori, quale atto di ristoro per il passo indietro compiuto, e, con malcelato pudore, nel corso della medesima giornata, approvano una modifica allo Statuto regionale che consente loro di continuare a sedere sulle attuali comode poltrone anche in caso di decadenza del Presidente della Regione. Ossia, le istituzioni democratiche rappresentative di un’intera comunità regionale vengono piegate alle contingenti convenienze degli eletti. Lo Statuto è la carta fondamentale di un’istituzione, dovrebbe guardare al futuro e rappresentare la storia di una regione, non essere funzionale alla cronaca, come mero strumento di manovra politica o, peggio, di compensazione e di equilibrio fra le complicate scelte di quadratura del cerchio fra le varie anime del Pd lucano, che non riescono a far sintesi su nulla e da oltre 18 mesi sono prive di una legittima guida politica. Per le stesse motivazioni di presunta tutela di casta, nel mentre in fretta e furia approvano questi atti pro domo loro, gli attuali consiglieri regionali evitano di affrontare la rilevante questione della nuova legge elettorale regionale, all’evidente scopo di non eliminare l’indecente listino bloccato e di non favorire un’ampia rappresentanza di tutti i generi e di tutte le aree territoriali della Basilicata. Di fronte a cotanta miopia politica- che acuisce irrimediabilmente la già enorme distanza fra le rappresentanze istituzionali ed i cittadini e, più in generale, fra il Paese virtuale autorappresentato dalla politica ed il Paese reale delle persone in carne ed ossa- mi torna in mente la celebre frase latina di Tito Livio: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, ossia mentre nel Palazzo si discute ed agisce a proprio uso e consumo, la nostra regione viene espugnata e devastata a livello sociale, economico ed ambientale. Articolo Uno- Movimento Democratico e Progressista si opporrà, in tutte le sedi, a questa vergognosa pagina scritta da una classe dirigente giunta- forse- “agli ultimi giorni di Pompei” e continuerà a coinvolgere i cittadini, come avvenuto nella straordinaria assemblea di lunedì scorso al Park Hotel di Potenza e come si verificherà con la massiccia partecipazione di lucani alla manifestazione nazionale di sabato prossimo a Roma, nella costruzione di una nuova stagione politica in cui se ognuno vale uno, insieme si vale di più”.

Antonello Molinari responsabile organizzativo provinciale di Articolo Uno- Movimento Democratico e Progressista- di Potenza