Migranti accolti tra menefreghismo e sciatteria

1 giugno 2017 | 14:58
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Migranti accolti tra menefreghismo e sciatteria

E’ impopolare in un sociale fatto di tanta bontà e rispetto per gli aspetti umanitari, esprimere tutto il disappunto per le scelte dissennate, ottuse, prive di qualunque attenzione per tutta l’Italia da parte di una corposa fetta politica che mi dispiace definire di sinistra, perché la sinistra italiana che ricordo, io che di politica non voglio sapere, non la ricordo così sfacciatamente cinica.

28 maggio 2017, dopo ormai tanto, troppo tempo di accoglienze che hanno visto pochissimi sindaci e moltissimi volontari in primo piano, per vedere poi vanificati gli sforzi, esposti a malattie conosciute e sconosciute, sbarcano a Napoli 1.500 migranti, tra cui moltissimi bambini che hanno” viaggiato” con due cadaveri a bordo; e a Brindisi altri 500, delle cui condizioni non ho letto nulla. 29 maggio, 900 migranti sbarcano a Catania. Sull’imbarcazione 10 morti. Di certo i volontari vanno loro incontro con le mascherine. Ovviamente. Arrivano persone da Paesi disagiati, poche volte di guerra, che non vengono vaccinate o sottoposte ad osservazione medica, ma è il minimo; affrontando disagi gravissimi durante lo spostamento in massa per mare, quel mare pieno di morti che non è più da fotografare per pubblicizzare le bellezze turistiche del Mediterraneo, si ammalano comunque. Come i nostri emigranti sulla via dell’America che, se non per incendi, morivano di peste sulle navi stracolme di carne umana. Lo scrivo perché qualcuno, buono, non mi contrapponga questa storia dell’emigrazione che ci ha riguardato. Conosco, conosco e posso anche aggiungere che abbiamo fatto un bel regalo agli americani, nella figura di Al Capone &C…

Come docente, riscontrato molto interesse da parte degli studenti per l’argomento, ho deciso di fargli scrivere un libro, presentato e pubblicato con successo, almeno per il nostro entourage. Titolo? Il Viaggio”, con tanto di copertina di colore nero. Supportato da conoscenze approfondite non di carattere euristico da copiare da internet, ma di letture analizzate, anche di autori contemporanei, come Melania Mazzucco, come l’editorialista del Corriere della sera, Gian Antonio Stella, appunto, autore del romanzo “Quando gli albanesi eravamo noi”. Conosciuto di persona, ha apprezzato molto il fatto che il suo sia diventato un testo di studio nella mia classe, ad esempio. Questa informazione, non per vanteria, ma per scoraggiare chi con molta disinvoltura dovesse dare della razzista a me che sto portando avanti un discorso diverso.

Si è perso il senso delle parole o ne conosciamo veramente poche da pronunciare quando non siamo d’accordo: razzista, classista, cattivista. Parlavo di mascherine. E sì! Perché l’emergenza sanitaria c’è! Allora ben venga il gran numero di vaccini proposti o imposti. Non ricordo se nella lista di questi ci sia anche l’antitubercolare. Sarebbe strano il contrario. Il nord Italia vanta un caso di lebbra; che si sappia, uno solo, ma di scabbia ve ne sono tanti, tra l’altro. Perché, mi chiedo ingenuamente, continuare a permettere questi flussi migratori, in'”epoca” ipermoderna, all’altezza di programmare, visto il livello di progresso raggiunto altissimo? O del progresso non c’è l’ombra… O di volontà politica mirata ed utile non solo per chi la fa, ma per chi deve essere aiutato. Si è fatta esperienza dei disastri umani da quando questo gioco che porta soldi è cominciato! Gioco che assume proporzioni senza precedenti. L’Europa, come comunità, si è ben aggiustati i propri equilibri e non dimostra alcun intento di carattere empatico nei confronti del nostro Paese. Ma non è sicuro che il governo insista nel richiedere compagno al duol perché non se lo può permettere un popolo indebitato oltre il collo. Quanta sciatteria, invece, quanto disinteresse, menefreghismo per noi e per gli “ospiti”! Ma chi se ne frega se abiteranno in stazione, se i loro bisogni non potranno farli che in strada; se i più accorti alle pulizie quotidiane, usano le fontane per lavarsi… Le foto di Roma in simili situazioni parlano chiaro. E’ di ieri lo scatto di una foto in cui un ospite, di quelli trattati bene con vitto ed alloggio (si capisce dall’aria sana , da “agn mascul”) fa il bagno con aria felice e rilassata in una fontana del “500 a Roma. (Aggiungo che gli italiani emigrati sapevano dove trovare lavoro e non hanno mai ricevuto vitto, alloggio gratis…) E non sono campaggiatori di passaggio, gli ospiti, ma persone che resteranno a lungo, per sempre, barcamenandosi per migliorare la loro infelice situazione. Ma barcamenandosi come? Quel numeroso gruppo umano che qui in italia appoggia le scelte del governo, pur avendo capito che cosa c’è dietro, è corresponsabile di questo disastro già in atto. Anche quegli artisti che hanno fatto fortuna, che hanno ville in luoghi ameni da cui si preoccupano di tenere lontani i nuovi arrivati. Quelli che ci piacevano perché avevano più di qualcosa da dire e che poi ci hanno deluso. La Storia si propone sempre attraverso le guerre di conquista e attraverso i movimenti di popolo. Sì, ma da quando la Storia esiste come documento scritto, se pure suscettibile di correzioni, il movimento migratorio è stato sempre spontaneo. Mai è stato provocato. Oggi sì. Dalla nostra politica. Chi vivrà potrà sapere come andrà a finire. Il tracollo dell’impero romano potrebbe essere un momento di paragone. Mi sa proprio che è qualcosa di più grande. Più grande e più devastante, se possibile. Quella tristissima pagina storica non provocò un’estinzione di razza.

Maria Teresa D’Aiuto