“Le carcasse della Dc consumano le scarpe alle processioni ma tacciono sul Gay pride”

1 giugno 2017 | 16:00
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“Le carcasse della Dc consumano le scarpe alle processioni ma tacciono sul Gay pride”

Il “gay pride”, manifestazione contro il cristianesimo e contro la famiglia, che si terrà a Potenza e che pare sia obbligatorio subire senza possibilità di appello, mi suscita delle riflessioni più umane che politiche. La Costituzione mi garantisce, con gli articoli 19 e 21, la libera professione del culto religioso e la libertà di espressione, mentre condanna le manifestazioni “contrarie al buon costume”. Ma pare che oggi in Italia valga tutto il contrario: se sei contro il “gay pride” sei “omofobo” (?), sei un mostro. Ebbene io preferisco rispettare la Costituzione, quindi dico la mia. Sulla manifestazione in sé ho poco da dichiarare: – non la condivido; – chiuderò la serranda della Lista Civica (accade solo in casi gravi o per lutto); – questo tipo di “manifestanti” sono come i “carri armati di Mussolini”, sono una minoranza infervorata che viene spostata di luogo in luogo per dare l’idea di essere numerosi, per spaventare. Le mie attenzioni, tuttavia, non sono per loro, per queste persone probabilmente plagiate da un sistema che li vuole soli e pronti a sperperare patrimoni in vizi (il consumatore tipo, l’idolo delle banche). No, le mie attenzioni sono tutte per i frequentatori di sacrestie, per i mitologici “laici impegnati”, per quelli che fanno la gara per esibirsi nella lettura della “preghiera dei fedeli” (infedeli – sic!), per quei politici e quei “don Abbondio” che consumano le scarpe nelle processioni, per i camaleonti che passano da destra (dal Crocifisso) a PD-SEL (l’esatto opposto) come se nulla fosse. Faccio alcuni nomi. Dario De Luca che addirittura recentemente ha predicato dalle scalinate della Cattedrale, neanche fosse un profeta o un predicatore del Medioevo, e poi regala il nostro patrocinio ai “gay”. Aurelio Pace che pare abbia la bilocazione, dato il numero delle processioni e delle feste religiose alle quali partecipa contemporaneamente, visti i suoi selfie su Facebook. Vincenzo Giuliano che prende un ricco stipendio come “Garante per l’infanzia” (Perché proprio lui? Non dovrebbe difendere i bambini anche in questo caso?). Tre carcasse della Dc, tre ciechi, sordi e muti: anzi no, De Luca ci vede benissimo e grida pure “viva il gay pride”, visto che gli ha dato il patrocinio. Poi ci sono tanti raccatta-voti nelle chiese e dalle monache, che aspetto al varco: dopo il “gay pride” ne riparliamo. Infine la Curia. Nonostante siano solo delle comparse, dei modernisti (oramai l’ho imparato anche io a furia di leggerlo sulla buona stampa), almeno facciano finta di condannare un’iniziativa di scandalo e contro vari Comandamenti. Ve lo devo ricordare io che sono geometra? Non sto giudicando nessuno, questa è cronaca. Comunque non c’è problema, ce ne ricorderemo quando sarà il momento dell’8×1000, e se ne ricorderà Colui che non dimentica. Vincenzo Belmonte Coordinatore politico Lista Civica per la Città