Intesa per un unico Parco del Mediterraneo

14 giugno 2017 | 16:50
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Intesa per un unico Parco del Mediterraneo

Nuove strategie da mettere in campo nell’ambito della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) finalizzate ad uno sviluppo economico sostenibile, a valorizzare sempre più le risorse ambientali e culturali, ad intercettare flussi turistici costanti in collaborazione proficua con gli operatori del settore, ad implementare azioni di comunicazione condivise, ad elevare la qualità dell’accoglienza e migliorare l’accessibilità. Sono gli obiettivi dell’intesa firmata ieri alla Certosa di Padula tra i presidenti del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Domenico Totaro, il presidente del Parco Nazionale del Pollino Domenico Pappaterra, il presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Tommaso Pellegrino. Soddisfatti i presidenti i quali hanno espresso la loro volontà di mettersi al lavoro da subito, con gli uffici preposti, per individuare le prime azioni da implementare utilizzando al meglio le opportunità offerte dagli strumenti di finanziamento legati alla programmazione europea 2014-2020, quali le misure Interreg., per candidarsi ai bandi in partenariato, con progetti di estrema rilevanza. I presidenti delle tre aree protette del Mezzogiorno hanno condiviso, altresì, l’importanza di lavorare in sinergia per mettere in rete un patrimonio straordinario che accomuna le tre Aree protette di Basilicata e Campania. Consapevoli che i territori siano pronti per strutturare un’offerta di qualità ed accogliere flussi turistici di nicchia che possano raggiungere i Parchi del Sud d’Italia, in tutti i periodi dell’anno. L’idea conclusiva lanciata, è stata quella di “lavorare congiuntamente per creare un unico ‘Parco del Mediterraneo’ che sia in grado di vincere le sfide del domani, di cogliere le opportunità di un’offerta turistica globale, di studiare ed adeguarsi ai cambiamenti dei gusti dei visitatori temporanei, attenti all’ambiente e affascinati dai siti culturali. Senza escludere l’impegno prioritario di continuare nell’opera di tutela dell’immenso patrimonio di biodiversità, di cui le Aree protette sono in possesso, lavorando insieme anche per rispondere al passaggio epocale che sta interessando il mondo e che riguarda i cambiamenti climatici già in atto”.