In Basilicata il primo Comune amministrato da due sindaci

12 giugno 2017 | 16:37
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In Basilicata il primo Comune amministrato da due sindaci

La Basilicata che fa scuola: primo caso in Italia in cui, al termine di una consultazione elettorale, ci si ritrova due sindaci. Un sindaco-immagine

e un “sindaco di fatto”. Uno aprirà le porte dei palazzi che contano, l’altro gestirà il paese. Accade a Ruoti, in provincia di Potenza.

Lo aveva annunciato il sindaco uscente (che non ha potuto ricandidarsi per limiti di mandato) in un comizio che, siamo certi, metterebbe in crisi anche la vena comica di un attore navigato come Antonio Albanese. 

“Una gran signora”- aveva detto il sindaco uscente, Angelo Salinardi, nel presentare la candidata Anna Maria Scalise- E su questo non abbiamo dubbi perché se così non fosse stato quel comizio avrebbe preso un’altra piega. E invece così non è stato visto il religioso silenzio con cui la candidata ha ascoltato. Il sindaco uscente, che le cose le dice “in modo terra terra e come stanno” in quel comizio ha fatto le dovute precisazioni, a scanso di equivoci: “Continuerò a fare io il sindaco di fatto, vice-sindaco, ma sindaco di fatto. La gestione di Ruoti la svolgerò io come ho fatto in questi dieci anni”. Insomma non ce n’è per nessuno. Nemmeno per quella candidata che lui tanto apprezza. La gestione del paese continuerà ad essere cosa sua. “La sindaca seguirà la parte istituzionale, la Regione, la Provincia, la mandiamo agli incontri istituzionali, ma la gestione pratica del paese sarà in mano a me”. Quando si dice parlar chiaro! 

E poi, se tutto ciò non bastasse l’apotesi si è raggiunta quando, con un filo di emozione nella voce, il “sindaco di fatto” ha annunciato ai suoi concittadini che la candidata sindaca è “amica intima del nostro presidente della Regione che, fortunata lei, non deve prendere appuntamento con il presidente”. “Maritata con un Maggiore dell’Esercito”. E chiudiamola qui con le informazioni essenziali. 

Veniamo però al curriculum della candidata, ammesso che a questo punto abbia un senso. Quello, il “sindaco di fatto” lo legge, perché è bello corposo e andare a braccio sarebbe difficile persino per un istrione come lui. “Docente universitaria a contratto, manager nel settore dei beni culturali, docente presso le Accademie militari, consigliere giuridico delle Forze armate etc etc etc.” Ci fermiamo qui perché tanto a chi importa sapere che competenze e che titoli ha la candidata se la gestione pratica del comune sarà cosa del “sindaco di fatto”? 

Poi, finalmente è la volta della candidata in corsa per la poltrona di sindaco. Parla, nel suo comizio, di coraggio, “il coraggio di andare contro-corrente”. Il coraggio, appunto. Ad elezione avvenuta, l’intervista di rito ai microfoni della Tgr Basilicata. “Sociale e cultura” i due settori su cui la neo eletta ha detto di voler puntare in modo particolare. Quale cultura vien da chiedersi. Quella che vuole donne-immagine alla guida di un comune? O quella che permette ad un uomo di tessere le lodi di una candidata perché amica intima di un presidente di regione? O ancora quella che ritiene normale riuscire ad avere udienza in un palazzo istituzionale senza neppure prendere un appuntamento? E ancora quale cultura rispecchiano le dichiarazioni di un amministratore uscente che con tanta nonchalance invita i cittadini a recarsi alle urne assicurando loro che, pur se voteranno un’altra persona, il sindaco continuerà ad essere lui? La questione, dopo la diffusione del video di quel comizio sui social, ha sollevato indignazione e polemiche tra le donne lucane impegnate in politica, e non solo. Ci auguriamo che la notte porti consiglio alla neo eletta sindaco di Ruoti. Rassegnare le dimissioni sarebbe l’unico modo per non rendersi complice di un osceno attacco alla libertà e alla dignità di persone (donne) che da anni lottano per vedere affermato il proprio diritto a concorrere in una competizione elettorale ed assere scelte per i propri meriti e capacità.