“Ho l’amianto sul balcone, mi sono ammalata, ma Asl e Comune sono rimasti a guardare”

22 giugno 2017 | 12:12
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“Ho l’amianto sul balcone, mi sono ammalata, ma Asl e Comune sono rimasti a guardare”
“Ho l’amianto sul balcone, mi sono ammalata, ma Asl e Comune sono rimasti a guardare”
“Ho l’amianto sul balcone, mi sono ammalata, ma Asl e Comune sono rimasti a guardare”
“Ho l’amianto sul balcone, mi sono ammalata, ma Asl e Comune sono rimasti a guardare”
“Ho l’amianto sul balcone, mi sono ammalata, ma Asl e Comune sono rimasti a guardare”

Dal 2015 Margherita Zagaria, proprietaria di una casa a Salandra, in Piazza Crispi, segnala un problema amianto, dovuto allo stato d’abbandono d’un immobile di proprietà degli eredi di Giovanni Iula, e la relativa pericolosità sanitaria, al Comune dove vive. La storia di Margherita e della sua famiglia comincia dieci anni fa. La richiesta di rimuovere quel manufatto in amianto viene fatta prima in forma ‘bonaria’ e poi, di fronte alla totale inerzia di privati e istituzioni, attraverso formali richieste, fino ad approdare alla Procura con un esposto. Vengono prodotte relazioni tecniche e pareri di medici legali. Ma l’eternit è ancora al suo posto. 

“Nel corso degli anni, a causa della mancata manutenzione dell’unità abitativa da parte dei Sig.ri Iula – scrivono gli avvocati di Margherita, Piacentino Lamesi e Ferdinando Perri –, si sono verificate evidenti infiltrazioni d’acqua all’appartamento degli esponenti che hanno determinato l’invivibilità dell’immobile stesso, con gravissimo pregiudizio alla salute ed evidente riduzione dell’utilizzo dell’immobile”. Ma non è il problema peggiore questo. Dal garage al di sotto dalla casa di Margherita parte infatti una canna fumaria in amianto friabile fino alla casa  dei signori Iula, passando davanti al balcone della signora Margherita. Nonostante più volte i proprietari siano stati diffidati a provvedere alla manutenzione della loro abitazione e a eliminare la canna fumaria in amianto , la situazione è rimasta invariata.

La malattia di Magherita. Cosa ha comportato tutto ciò la signora Margherita lo sa bene a care spese. Si è ammalata infatti, tanto che già a ottobre 2012 fu sottoposta a un delicato intervento chirurgico, e oggi gli stessi avvocati ricordano tramite documentazione medica come “evidente che la malattia da cui risulta affetta”, un enfisema polmonare/bolloso, derivi “senza dubbio dalla presenza di materiale in amianto in evidente stato di deterioramento come si evince in relazione tecnica”.

Ma pare che della salute nulla importa a nessuno. In ragione delle difficili condizioni di salute di Margherita la situazione veniva ancora denunciata nel 2016 alla ASL competente, che dopo sopralluogo e esame dei materiali rinvenuti sul posto, richiese al Sindaco, che al momento dei fatti denunciati era, ed è tutt’ora come scrivono i legali, Gianfranco Tubito (mentre il responsabile dell’Area Tecnica incaricato di gestire la questione è l’Ing. Domenico Terranova, ndr), di intervenire. Di fronte alla “totale inerzia della pubblica amministrazione” alle segnalazioni bonarie, la signora Margherita sollecitava l’intervento tramite i suoi legali.

Qualcosa è cambiata? “Ad oggi, a distanza di mesi – scrivono i legali di Margherita –, la situazione è rimasta inalterata; i signori Iula non hanno fornito alcun riscontro alle richieste inoltrate dai sottoscritti e la pubblica amministrazione, ignorando completamente quelle che sono state le indicazioni e le richieste della ASL competente, è rimasta del tutto inerte”. La situazione è di “assoluto pericolo (non solo per Margherita e la sua famiglia ma anche per i cttadini considerato che l’eternit sbriciolandosi finisce sulla pubblica piazza sottostante ndr) e ogni giorno che passa senza porre rimedio può determinare danni irreparabili per la collettività e l’incolumità pubblica”, ricordano ancora. Sono gli stessi avvocati a ricordare anche che “con elevato margine di probabilità” è “stato mantenuto un grave comportamento antigiuridico da parte dei Sig.ri Iula e dai rappresentanti della pubblica amministrazione preposti a intervenire, ma che di fatto, a oggi, hanno completamente ignorato la problematica contravvenendo a quelli che sono i proprio diveri di ufficio”. Qualcosa che “configura incontrovertibilmente fattispecie di rilevanza penale”.

Dopo la denuncia alla Procura arriva l’ordinanza del sindaco. Ma senza effetti. Intanto Margherita, nei mesi scorsi, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Matera. Questa cosa- racconta il figlio Adriano- ha fatto sì che il Comune, nell’aprile scorso, emanasse un’ordinanza di rimozione della canna fumaria in amianto. Ad oggi, l’ordinanza è scaduta, non si è mosso ancora nulla. Speriamo, a questo punto, che la magistratura possa contribuire a ‘svegliare’ chi per dieci anni è rimasto a guardare. Siano essi soggetti privati o pubblici. Qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di averci esposto ad un pericolo che ha pregiudicato la salute di mia madre e che potrebbe causare problemi anche al resto della famiglia”.