Cristo si è fermato in Australia

29 giugno 2017 | 15:28
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Cristo si è fermato in Australia

Amo, stimo e rispetto Papa Francesco e credo che lo stesso stia fornendo alla Chiesa di oggi un contributo immenso ai fini di un suo reale miglioramento, per una totale pulizia dagli escrementi che talvolta pure ne alterano odore ed immagine. Accolgo di buon grado quindi tutte le iniziative messe in atto dal Capo della Chiesa per eliminare e reprimere lo schifoso fenomeno della pedofilia del clero. Resto però assolutamente perplesso quando rilevo che per “smacchiare” l’immagine della Chiesa da questo triste marchio di immoralità sono stati necessari ben 40 anni rispetto alla consumazione di ripetuti ed esecrabili illeciti contro la morale e la santità della Chiesa cattolica da parte di un cardinale australiano (Pell). Certo è che al confronto la pur lenta giustizia italiana, ormai celebre nel mondo per la sua “lumacaggine acuta”, ne esce assolutamente vincente ed è quanto dire. Ora che siamo alla vigilia di un non evitabile processo- considerato il materiale probatorio acquisito-bisogna ricordare che in passato il prelato “de quo” era stato reiteratamente accusato di avere coperto diverse “porcherie consumate da altri preti alle sue dipendenze”. Il Papa giustizialista peraltro lo ha lasciato stranamente in servizio nelle funzioni di Prefetto addetto agli affari economici, nonostante un rinvio a giudizio disposto nei suoi confronti,concedendogli peraltro un periodo di congedo. In tal modo il prelato potrà “riposarsi” della stanchezza conseguente alla sua verosimile ipersessualità- Il pensiero non può non andare, con verosimile terrore e diffusa ansia, alle centinaia di possibili vittime di questi orchi, sopraffatte e stuprate in questi 40 anni da chierici potenti e depravati, che sicuramente non sono stati scelti da noi o dai nostri figli per portare nel mondo il messaggio di Cristo. Sicuramente il nostro Papa meglio farebbe ad interessarsi in modo sempre maggiore di questi criminali della fede,meritevoli di un bel falò “savonaroliano” e non di vesti purpuree, occupandosi magari un po meno di pensioni (d’oro o argento), spesso maturate all’esito di 40 anni di duro lavoro, per nulla allietato (si fa per dire) da collaterali esperienze di natura sessuale.

Gaetano Bonomi,già Procuratore generale e Consigliere di Cassazione