Pieni di vuoto. Il ritiro sociale degli adolescenti

31 maggio 2017 | 18:18
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Pieni di vuoto. Il ritiro sociale degli adolescenti

Oggi i ragazzi vivono in una famiglia adolescente, con genitori adolescenti. Esiste una fusione e confusione di ruoli che danneggia soprattutto i giovani

Genitori e figli vestono allo stesso modo, guardano le stesse trasmissioni televisive, usano le stesse tecnologie, si divertono giocando allo stesso modo. Sono alleati contro la scuola, collusi nelle decisioni. Le differenze vanno a farsi fottere e così i ragazzi vivono conflitti interiori, solitari, estranei ai veri conflitti di cui dovrebbero fare esperienza. Conflitti che i genitori evitano, incapaci di affrontarli. Dovevamo dargli un nemico a questi ragazzi. Un nemico contro cui lottare. Invece glielo abbiamo sottratto. Quando noi eravamo ragazzi il nemico era chiaro: i genitori, l’autorità. Oggi i genitori sono amici e le autorità soccombono. Così che i ragazzi oggi, pur non essendone consapevoli, hanno un solo e inesplorato nemico: se stessi. Centoventimila teenager italiani vivono ritirati in casa. E’ il fenomeno che gli esperti definiscono “ritiro sociale”. La colpa, dicono gli studiosi, non è di internet: sono la difficoltà ad affrontare i compiti evolutivi tipici di questa età, il crollo degli ideali e le sofferenze psicologiche a spingere questi ragazzi a sentirsi inadeguati, non all’altezza delle aspettative.  E poi le dipendenze: osservando gli ultimi cinque anni, si rileva un costante aumento negli ultimi dodici mesi da parte degli studenti italiani tra i 15 e i 19 anni dell’uso sia di cannabis (dal 22% al 27%) che di stimolanti (dal 2,3% al 2,7%) mentre, per quanto riguarda il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica, i giovani italiani sono ai primi posti della classifica europea. In Basilicata crescono i casi di bullismo, di ludopatia e di dipendenza da alcool e stupefacenti tra i giovani e i giovanissimi.  Ritiro sociale e dipendenze, due fenomeni in crescita che descrivono un profilo di adolescenti onnipotenti e fragili, invincibili e perdenti. Onnipotenti: perché possono, hanno più soldi, più mezzi. Invincibili: perché hanno sempre ragione. Fragili e perdenti nei loro aggeggi tecnologici, nel loro futuro che è sempre più imprigionato nell’attimo, qui e ora, non importa dove, non importa perché.  Fragili perché pieni di vuoto. Le politiche per l’infanzia e l’adolescenza in Basilicata sono ancora la cenerentola delle priorità. Se consideriamo le continue picconate al sistema dell’istruzione in Italia, al vecchiume pedagogico che circola nelle scuole e all’assoluta inadeguatezza educativa delle famiglie, il dado è tratto. Bisogna fermare questa tendenza, con tutti i mezzi educativi, politici, sociali che abbiamo a disposizione, prima che sia troppo tardi. Il cartello “vietato l’ingresso” è sempre meglio del cartello “strada senza uscita.”