“La Giunta Pittella ha aspettato che venissero inquinate le falde per agire. Incoscienti”

3 maggio 2017 | 15:37
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“La Giunta Pittella ha aspettato che venissero inquinate le falde per agire. Incoscienti”

Avete aspettato che venissero inquinate le falde, per agire. Siete degli incoscienti! Presidente e Colleghi, a Noi, questa discussione sembra un déjà vu. Non abbiamo più parole per definire l’operato di questa Giunta su temi così importanti quali la salute e la tutela dell’ambiente.

Vorremmo partire dalle ultime parole pronunciate dal Presidente Pittella nel Consiglio del 19 aprile scorso quando ci ha annunciato con i soliti toni trionfalistici della decisione della Giunta di diffidare l’ENI a mettere in sicurezza il suo impianto, senza soffermarci troppo sulla misera fine che queste diffide hanno fatto con la Sentenza del TAR, “carenza assoluta dei presupposti richiesti per l’emanazione di una diffida’, ‘eccesso di potere per carenza assoluta di istruttoria, travisamento dei fatti, difetto del presupposto, illogicità e irragionevolezza. Manifesta ingiustizia”. Bastano queste parole a riassumere l’impietosa fine delle diffide: sono stati contestati la totalità dei vizi che possono affliggere un atto amministrativo. Tutti. Non ne manca uno!

Noi vorremmo, invece, approfondire due aspetti. Il primo: le Sue risposte, Presidente Pittella, alle accuse di inerzia della Regione Basilicata sull’emergenza ambientale. A questo proposito le Sue parole sono state “In questi tre anni e qualche mese di mia presidenza, di mio governo con la maggioranza e con l’intero Consiglio, non vi è stato altro episodio che avrebbe potuto indurre ad una riflessione importante, come a quella che noi siamo pervenuti con la conseguente deliberazione di sospensione. Se ci fosse stato altro episodio, secondo quanto previsto dalla norma, noi avremmo adottato con maturità e responsabilità, senza indugio quella decisione.”. Ora, Le vogliamo solo ricordare che la ‘farsa’ della diffida, il Suo Governo l’ha già propinata ai lucani. Era il 16 gennaio 2014, quando, quello che noi consideriamo uno dei peggiori assessori della Sua Giunta e della storia di questa Regione, Berlinguer, diffidava l’ENI per uno dei tanti anomali innalzamenti della fiaccola; diffida che la Regione ha annullato illegittimamentein data 26 giugno 2014. Se lo ricorda? Ecco, come fa a dire che non ci sono stati negli anni del Suo Governo altri episodi gravi che dovevano portare ad una riflessione importante? Ci prende in giro? O forse pensa che siamo tutti superficiali come Lei e la Sua Giunta? Noi leggiamo tutti i documenti, prima di parlare. E dovrebbe farlo anche Lei. Le prove delle Sue menzogne sono tutte nella diffida di cui stiamo parlando oggi.

La Dirigente del Suo Ufficio scrive che: Nel 2008: il serbatoio V220-TB-001D risultava degradato per il 70% della superficie e risultavano alcuni interventi di riparazione. Solo lo scorso gennaio ha avuto inizio l’attività di installazione del doppio fondo. Nel 2009: la sigillatura dei giunti della pavimentazione del bacino di contenimento del serbatoio V220-TB-001A (il serbatoio cui è attribuita la perdita e la contaminazione del suolo) risultava usurata. Nel Marzo 2010: il rivestimento interno del fondo del serbatoio V220-TB-001B risultava degradato per il 50% della superficie. Le verifiche sul fondo non in esercizio del serbatoio V220-TB-001A effettuate nel periodo ottobre 2012 – maggio 2013, hanno dato come esito un rivestimento quasi del tutto assente e, tra le altre cose, la presenza di 2 fori con diametro di 25 mm, chiusi con alcune lamiere. Nel 2014: venivano evidenziate ulteriori usure al trincarino del serbatoio V220-TB-001B.”. Queste cose le sapevate, dunque. E cosa avete fatto fino ad oggi? Nulla. È proprio la Vostra delibera che vi incastra. Perché se sono motivazioni buone per una diffida nel 2017 lo erano anche nel 2014, nel 2015 e nel 2016. Avete aspettato che venissero inquinate le falde, per agire. Siete degli incoscienti!

E, poi, ancora non avete ancora comunicato ai lucani questo inquinamento da quanto va avanti, cosa ha compromesso e quanto è esteso. Sembra che dobbiamo estorcerLe le informazioni con le interrogazioni. È un atteggiamento che umilia il Suo ruolo. Io ne ho già presentato una, perché dire che c’è inquinamento non basta: bisogna conoscere la profondità delle acque sotterranee interessate dall’inquinamento; il coinvolgimento della falda acquifera; la direzione precisa di flusso dell’inquinante; quanto ha inciso la presenza, nell’area del Cova, di una rete di drenaggio finora sconosciuta. Tutte queste domande meritano risposte. E non avremmo dovuto essere noi a sollecitarle. Dovevano essere domande che Lei per primo, Presidente, avrebbe dovuto farsi. Come avrebbe dovuto prendere posizione sulla delibera del Direttore dell’ARPAB del 3 marzo scorso nella quale Iannicelli mette le mani avanti dicendo di non poter ottemperare a tutti i suoi compiti nei tempi previsti. È una indecenza che Lei con il Suo silenzio avalla. Le pare normale che un Ente pubblico tenti di tutelarsi dalle Sue inadempienze, preannunciandole? Come a dire: ‘non faccio il mio dovere ma ve lo avevo detto’. Le sembra normale? Le sembra un atteggiamento responsabile? Ha preso provvedimenti verso Iannicelli? Non pensiamo. Invece di agire, Lei è fermo ancora ai tavoli tecnici. Va a Roma dal Ministro Galletti, quello stesso Ministro che fa parte del Governo insieme al Sottosegretario Gentile il quale ha definito ‘piccolo’ uno sversamento di oltre 2 milioni di litri di liquido inquinante, in un canale che si trova a circa 500 metri dal fiume Agri. E cosa chiede? L’ennesimo tavolo tecnico. L’ennesima perdita di tempo. Ora, quando Lei ci dice che in questi tre anni di mandato non si sono verificati fatti così gravi da costringere la Regione ad intervenire, mente. Mente a questo Consiglio e mente soprattutto ai Lucani. E lo scandalo che ha travolto Lei, la Sua Giunta e i Suoi Uffici ne è la prova. Mente perché tutte le denunce fatte da Associazioni, dai cittadini e dalle opposizioni, in questi anni, sono state confermate. E un vero Presidente di Regione, un vero ‘Presidente di tutti’, le avrebbe quantomeno prese in considerazione. Ma non lo ha fatto. E, allora, se è vero che questi problemi risalgono ad anni fa, Lei, con la Sua noncuranza, con la Sua inerzia e compiacenza li ha aggravati.

Passiamo al secondo aspetto che vogliamo stigmatizzare. Lo sa, Presidente, il 19 aprile, proprio il giorno in cui veniva a relazionarci sull’ultima diffida fatta all’ENI, ricorreva l’anniversario della mozione di sfiducia nei Suoi confronti, proprio a seguito dello scandalo PetrolGate. Avevamo ragione allora e ce l’abbiamo oggi. In passato, ci siamo sempre chiesti se questo Governo fosse prigioniero o alleato delle lobby del petrolio e per questo non agisse. Se questo Governo fosse prigioniero o alleato del volere del Presidente del Consiglio Renzi e quindi rimanesse fermo. Invece, Presidente, siamo giunti ad una conclusione: Voi siete completamente incompetenti ed incapaci di gestire questa situazione. Di gestire la Basilicata. La Basilicata l’avete distrutta Voi dall’interno, con la Vostra incuria, con la Vostra approssimazione. La distruzione è tutto merito Vostro. Voi avete martoriato la nostra Regione e ve ne dovete assumere le responsabilità. Avete pensato di avere un giocattolo in mano da poter sfruttare. Di avere a disposizione un trampolino di lancio per Roma o per Bruxelles. Ma non è così che si gestisce una Regione. La Nostra Terra non è un giocattolo. È la Casa di 574.782 Lucani, che ci vogliono vivere e non se ne vogliono scappare perché quattro politicanti hanno deciso che la devono spolpare. E la drammaticità della situazione emerge ancora più forte in quanto, in una Basilicata povera, a seguito della chiusura del COVA, si apre lo scontro tra i diritti dei cittadini. I diritti alla tutela della salute ed alla tutela dell’ambiente contro il diritto al lavoro. Questo è un ulteriore aspetto che aggrava le Vostre responsabilità poichè diventa difficile dire no all’ambiente ed alla salute e sì al lavoro, o viceversa. Difficile non comprendere le istanze dei lavoratori lucani che oggi vedono messi in pericolo il proprio lavoro, il proprio reddito e la qualità della vita della propria famiglia. Dall’altra parte a questi stessi lavoratori, nonché a tutti i cittadini lucani non possiamo negare il diritto di vivere in un ambiente sano e il diritto alla salute. E’ chiaro che non si può rinunciare ad avere tutto. È però altrettanto chiaro che bisogna avere, in Basilicata, quella normalità che evidentemente non c’è mai stata, quella normalità che in tanti anni di Governo non siete riusciti a garantire, quella normalità dove le attività petrolifere siano soggette a controlli stringenti affinchè si agisca nella più assoluta legalità e sicurezza e dove i lucani possano avere anche ritorni economici. Voi non siete riusciti a farlo. È ora che vi dedichiate ad altre attività.

Gianni Rosa, Consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Basilicata