Inquinamento in Val d’Agri, Pinuccio: “Il tapiro a Pittella”

31 maggio 2017 | 20:41
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Inquinamento in Val d’Agri, Pinuccio: “Il tapiro a Pittella”

Sull’inquinamento delle falde nei pressi del Centro Oli val d’Agri, in Basilicata, abbiamo posto alcune domande a Pinuccio (nome d’arte di Alessio Giannone), notissimo inviato di Striscia la Notizia. I suoi servizi sul COVA 

hanno contribuito a catalizzare notevolmente l’attenzione mediatica sul tema, anche a livello nazionale. La questione è molto delicata e le risposte meritano riflessione da parte dei lettori. 

Le sue sortite presso il Centro oli Val d’Agri per Striscia la notizia sono diventate un tema di attualità a livello nazionale. Si direbbe che la risonanza da lei offerta alle proteste di comitati di cittadini e alcuni accademici abbia contribuito molto alla presa di coscienza del problema della contaminazione delle falde. È mancato qualcosa, a livello locale, in termini di informazione?

Credo che aver portato l’attenzione su un livello nazionale sia servito a chi è fuori dalla Basilicata per capire di cosa stiamo parlando. Antonio Ricci dopo il mio primo servizio mi ha detto di andare avanti perché secondo lui la situazione non quadrava, e così con il susseguirsi dei servizi siamo arrivati a preoccupanti scoperte. A livello locale mi sono interfacciato con alcune associazioni ambientaliste, ma poche persone realmente indignate rispetto al grave danno che sta ricevendo quella regione. In un primo momento, alcuni giornali locali non hanno accolto benissimo l’occhio di Striscia ma, per fortuna, qualcuno ha dovuto ricredersi. Quello che manca è l’attenzione di altri organi nazionali. In questo lavoro credo che ci si debba battere per il bene comune. E se tutti i tg nazionali avessero riportato davvero la gravità della questione, forse, e dico forse, i cittadini si sarebbero mossi. Alla fine noi facciamo informazione, poi sono i cittadini a doversi ribellare e se l’informazione non arriva da più parti c’è il rischio che l’attenzione si spenga. Poi c’è la politica che in alcuni casi è poco chiara e in altri ha duramente perso rispetto alla tutela dell’ambiente. Tutti pronti a giudicare il nostro lavoro e loro, che i problemi li hanno sotto il naso, a casa loro, sembrano scendere dalle nuvole. Siamo alla frutta, anzi al caffè.

Centro Oli e presunto inquinamento dell’invaso del Pertusillo. Due problemi interconnessi? Ha trovato evidenze in tal senso?

Tutto è partito da quelle famose macchie nell’invaso, poi rivelatesi alghe. Io non sono un esperto, ho raccolto pareri e molti di questi dicono che i nessi ci sono, ma purtroppo i pareri contrari non vengono considerati da chi deve avere cura del nostro paese. Una cosa è certa: le falde sono state intaccate, c’è stato un modo “particolare” di gestire l’emergenza e di comunicare gli sversamenti ma pare che nessuno sia responsabile e vorrei ricordare che ci troviamo in un parco naturale. Sembra una barzelletta ma non lo è. Però va tutto bene anzi, come dice Sabino, è tuttappost! Nessun colpevole e solo dei rompipalle da gestire, che ci tengono al territorio.

Lei evidenziava una carenza di attenzione da parte della popolazione locale. Solo lucana o anche pugliese?

In Puglia nessuno si muove. Dovremmo essere uniti nel voler sapere di più, nel porre domande. C’è stata una manifestazione qualche giorno fa ma si dovrebbe fare di più. Bisognerebbe chiedere se le Arpa di Puglia e Basilicata siano in grado di gestire questi fenomeni, se l’Acquedotto ha gli strumenti per cercare quelle sostanze che molti denunciano essere nell’acqua. Perchè il problema è questo: se tu cerchi le lenticchie ma io ti sto chiedendo di capire se ci sono fagioli e tu non hai gli strumenti per trovare i fagioli è logico che mi dirai che va tutto bene. Non li vedi e non li trovi.

A chi consegnerebbe un tapiro per la vicenda Cova?

A Pittella (presidente della Regione Basilicata ndr)