“Il Crob di Rionero messo a rischio da chi muove i fili della sanità lucana”

12 maggio 2017 | 10:55
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“Il Crob di Rionero messo a rischio da chi muove i fili della sanità lucana”

Nell’incontro del 26 luglio 2016 che il Governatore della Basilicata Pitella (presenti l’Assessore e i Direttori Generali alla Sanità) ha voluto tenere ( anche in seguito al clamore – riportato anche a mezzo stampa – destato da voci di destabilizzazione dell’IRCCS CROB) con la civica amministrazione, gli operatori e i cittadini nell’auditorium della Struttura ospedaliera sembrava fossero stati messi punti fermi sulla validità dell’attività dell’Oncologico e sulla necessità, per non dilapidare il lavoro e la ricchezza creata in tanti anni, di potenziarne l’azione con adeguati investimenti, sostegno progettuale e di immagine a tutto vantaggio di una illuminata politica della Sanità in Basilicata. Si prendeva atto in quell’occasione del punto di non ritorno, per la sua fase avanzata, circa la realizzazione del servizio di radio terapia presso il San Carlo di Potenza (scelta che ancora oggi viene valutata incomprensibile e foriera di sperpero di danaro pubblico considerata la distanza da Rionero – solo 35 KM – e l’assenza di lista di attesa a giustifica di un simile intervento ) ma, almeno, si registrava che veniva conservata la Direzione Generale ( senza la quale si sarebbe perso il riconoscimento di IRCCS del CROB ) e che tutte le macro o micro attività (compresa la radio terapia del San Carlo ) funzionanti sul territorio venissero svolte sotto la direzione unica della Struttura di Rionero che non a caso nasce e resta Centro di riferimento oncologico della Basilicata ed inoltre come immaginare un istituto di ricerca che non abbia piena padronanza di tutti i dati del territorio della branca di cui si occupa? Gli impegni assunti dal Governatore Pittella in quella occasione furono solenni, condivisi e sostenuti (almeno apparentemente) dall’assessore e da tutto il “gotha” sanitario.

A poco meno di un anno dobbiamo purtroppo amaramente registrare che niente di quanto assicurato è stato realizzato o messo in cantiere. A dispetto dei riconoscimenti pubblici nazionali (che l’IRCS CROB continua a ricevere), ministeriali e non, per la diagnosi, la cura e l’attività di ricerca per gli eccellenti risultati nel lavoro messo in campo anni addietro, niente di nuovo si profila all’orizzonte se non nuove preoccupazioni di attentati di “fagogitazione” dell’attività del CROB da parte di chi regge i fili della Sanità Regionale che non solo non promuove ed non investe perché l’IRCCS CROB diventi appetibile da parte di personale qualificato per migliorare ricerca e servizi di diagnosi e cura ma assiste indifferente (compiaciuto?) alla fuga di personale medico evidentemente attratto da progetti più ambiziosi e perché no più remunerativi. Così mentre al San Carlo la Regione eroga vagonate di milioni di euro l’ospedale di Rionero deve aspettare, cappello in mano, l’elemosina di pochi spiccioli, che non bastano nemmeno per risolvere problemi contingenti di personale e di macchinari e, che lo mettano in condizione di conservare le eccellenze per continuare ad essere remunerativo per il Bilancio della Sanità Lucana. Altro che investimenti per la qualità! Da quell’incontro l’IRCCS CROB sembra vivere in una specie di limbo cui, pare, anche il personale che pure dovrebbe avere interesse contrario (per la dignità e la difesa del proprio lavoro), e agire di conseguenza, sembra adeguarsi. Ma vi è di più. Recenti “rumors”, che vogliamo augurarci menzonieri, parlano della volontà dei soliti noti di promuovere l’apertura di altri ambulatori oncologici (sempre in concorrenza con quelli di Rionero) presso il San Carlo e a Matera (facendo esattamente il contrario di quanto si sta realizzando, e non sempre a ragion veduta, con lo svuotamento degli altri ospedali periferici) A qualcuno che sostiene che lo si fa per alleviare il disagio dei lucani più lontani -lagonegrese, senisese ecc.-, nell’ usufruire delle prestazioni, è fin troppo facile obiettare che sono solo poco più di 30 Km in più rispetto a Potenza e che a Rionero arrivano utenti da regioni lontane con ben più pesanti disagi smascherando così il disegno ormai notissimo, perchè sempre uguale: creare occupazione “a casa” di personale della ‘capitale’ lucana.

In tutto quanto fin qui rappresentato quale ruolo gioca il Direttore Generale dell’IRCCS CROB? Dobbiamo individuare nella sua persona la responsabilità di quanto accade perché chiuso nel suo isolamento non fa sentire la sua voce e non fa quanto è in suo potere, compresa l’informazione alla civica amministrazione e alla gente della zona, tradendo di fatto il mandato che gli è stato conferito? O dobbiamo invece pensare che possa esserci un’azione di boicottaggio nei suoi confronti, cui non possa ribellarsi, perché ritenuto al momento inviso (per motivi a noi ignoti ma che nobili non possono certo essere) a chi muove le leve del potere. Azione che finisce per danneggiare colpevolmente e gravemente L’IRCCS CROB. Dobbiamo pensare, forse più semplicemente, che il risultato di un disegno preciso, di una volontà politica consolidata che vuole la lenta decadenza dell’IRCCS CROB per i motivi di cui abbiamo già detto? Quale che sia la causa, l’effetto è letale e la responsabilità non può che essere attribuita in capo al Governatore della nostra Regione che ha potere e mezzi per intervenire e da cui non parte nessun visibile segno di preoccupazione e di attenzione. Si valuti infine, cosa di grande importanza, che i mandati dei Direttori Generali sono tutti scaduti da tempo ma che gli stessi stanno brigando perché il loro incarico venga allineato alla scadenza del consiglio Regionale che tradotto significa una proroga di mandato fino alla fine del 2018. Ed è amaro constatare come insieme alle doglianze per il CROB, nel frattempo tutto il sevizio Sanitario del Vulture -Melfese – Alto Bradano è stato ridotto in brandelli se non azzerato servendosi, senza scrupoli, almeno a detta degli operatori (Medici, infermieri e tecnici) anche della manipolazione e falsa rappresentazione di dati sui servizi realmente realizzati dalle strutture periferiche.

Ma tornando a noi con la, ormai probabile, proroga dei mandati dobbiamo rassegnarci ad un altro e mezzo tirare a campare per l’IRCCS CROB di Rionero? La cosa sarebbe fatalmente letale. Ecco perché noi ci mobilitiamo di nuovo ed invitiamo le civiche amministrazioni della zona, Rionero in testa, a farsi carico della problematica, a ribellarsi a questi disegni ‘criminosi’ e a mobilitare i cittadini, tutti gli operatori sanitari (anche quelli che ritengono di avere debiti di gratitudine) tutti coloro che hanno beneficiato delle cure e i loro parenti perché una volta e per sempre il nostro territorio smetta di essere oggetto di saccheggio. Vogliamo chiarezza di intenti e di azione perché ogni tentativo di scempio da parte di chi ha come unico interesse la conservazione e il consolidamento del proprio potere venga bloccato per tempo. Al Governatore Pittella, che non può non essere l’unica autorità a fare chiarezza e prendere gli opportuni provvedimenti noi chiediamo un intervento immediato pronti ad assumere tutte le iniziative, partendo dalla mobilitazione di massa, per essere sentiti e rassicurati in richieste tese esclusivamente all’interesse pubblico. Al Sindaco, agli amministratori e ai responsabili politici locali noi chiediamo di farsi carico di assumere tutte le notizie al riguardo e di intraprendere ogni (visibile) iniziativa necessaria ad impedire politiche irrazionali e antieconomiche sull’attività oncologica a tutto danno del CROB di Rionero e a coinvolgere le civiche amministrazioni della zona e le cittadinanze tutte, ove questo si renda necessario, soprattutto alla luce di tutti i servizi sanitari che vengono soppressi.

CIRCOLO SOCIALE, ASSOCIAZIONE CULTURALE “ MEMOPOLIS”, PRO LOCO RIONERO, MOVIMENTO RIONERO 2.0