I precari della Regione Basilicata non servono più, arrivano gli esterni
Venerdì scorso, 26 maggio 2017, la Regione Basilicata ha deciso di procedere all’aggiudicazione della gara per l’esternalizzazione dei servizi legati all’attuazione dei programmi cofinanziati dall’Unione Europea. A renderlo noto è l’Usb che più volte era intervenuta “sull’annosa questione della salvaguardia del posto di lavoro di centinaia di dipendenti precari, che da anni prestano servizio all’interno del palazo di viale Verrastro”. Nonostante le ripetute e insistenti richieste- spiega l’Usb in una nota- rivolte sin dal maggio 2016, e le manifestazioni di protesta da parte dei numerosi precari, a favore della sospensione della gara, la Regione ha intrapreso la strada dell’affidamento all’esterno delle attività connesse all’assistenza tecnica sui fondi europei, privandosi in tal modo dell’organizzazione e della gestione diretta delle professionalità che ha costruito in tre programmazioni comunitarie (2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020). I lavoratori impiegati, infatti hanno ormai acquisito una consolidata esperienza professionale, contribuendo in maniera determinante all’attuazione degli interventi programmati e finanziati e alla successiva rendicontazione delle spese. Soprattutto non è più possibile sottacere, ciò che l’USB denuncia da qualche anno: che questi lavoratori precari, a contratto coordinato e continuativo per prestare attività e consulenza sull’attuazione degli interventi finanziati sul PO FESR, hanno, in realtà, sempre svolto anche, e spesso soprattutto, attività d’ufficio: autorizzazioni di vario tipo, atti amministrativi, lettere, partecipazione e conferenze e riunioni istituzionali, etc. Tali mansioni sono state svolte in modo continuativo, per tutta la durata dei contratti aggiornati ogni anno, pur se con brevi interruzioni, a volte programmate e studiate, appunto per evitare che si configurasse una continuità formale del rapporto di lavoro. Tale situazione, qualora non si addivenga a un’opportuna soluzione, può, lecitamente, dare luogo a contenziosi e a costosi risarcimenti da parte dell’Amministrazione regionale. La nostra organizzazione sindacale- prosegue la nota del sindacato- ha sempre rivendicato che, a questi precari, venga assegnato un ruolo adeguato; a maggior ragione ora, a seguito di un provvedimento legislativo (Decreto Madia) che prevede la stabilizzazione dei precari. Nonostante le notizie, pubblicate sulla stampa, circa l’attenzione dell’antitrust su un possibile “cartello” tra le società di consulenza che hanno partecipato alle gare pubbliche per aggiudicarsi i servizi su richiamati, e nonostante a questa gara abbiano partecipato almeno quattro società, tra quelle attenzionate, la Regione Basilicata ha inteso comunque procedere. Infine come non sottolineare, ancora una volta, la diseconomicità di una gara che prevede una spesa di 35.294.600,00, quindi molto più onerosa dell’attuale gestione e il successivo inserimento di 121 unità lavorative, che la società non può reclutare tra le professionalità già presenti, mettendo fuori gioco parte del personale, già utilizzato da alcuni anni come suddetto. Nella seduta della Commissione che ha aperto le offerte, a fronte del silenzio assordante delle forze politiche e dei soliti sindacati compiacenti, era presente solo l’USB, con il suo rappresentante RSU”.