“Ho chiesto un parcheggio riservato perché sono disabile, ma il Comune è sordo”
Di Carmela Fanelli ci eravamo già occupati nei mesi scorsi raccontando la vicenda che la vede suo malgrado protagonista. Carmela vive a Laurenzana, un comune della provincia di Potenza, e da mesi ha fatto richiesta di un parcheggio dedicato, essendo una persona con difficoltà nella deambulazione ma, come ci racconta lei stessa nella lettera che pubblichiamo di seguito, dopo quasi un anno dalla sua legittima richiesta nulla si è mosso.
“In un paese normale, probabilmente certe mancanze, certi atteggiamenti che sembrano ad ogni costo non agevolare ma combattere quanti hanno la disgrazia di vivere in condizioni precarie, sarebbero stati messi alla gogna, sarebbero stati condannati senza se e senza ma, non tanto dalla pubblica autorità, quanto dall’opinione pubblica, che già di per sé nutre poca stima per le istituzioni e per chi le rappresenta. Ma in Italia, la Basilicata non è altro che un territorio italiano di cui Laurenzana è un piccolo punto facilmente individuabile dalla cartina geografica, succede questo e molto altro ancora.
Non ho voglia di fare del vittimismo, figurarsi sono caduta cento volte e altre cento mi sono rialzata, ma la vicenda è irritante, degna del miglior film di Alberto Sordi sulle peggiori tradizioni italiane. Nel nutrito dossier in mio possesso si registra un notevole scambio di corrispondenza fra chi è già di per se vittima della propria malattia e la istituzione in questo caso il Comune, che gioca al “dai e vai” proprio come in una partita di calcio. La misura è colma, ogni pazienza è al collasso e l’ultima carta che ho il dovere di giocarmi è quella di portare a conoscenza dell’opinione pubblica, come una civica amministrazione serve i suoi cittadini che hanno la sfortuna di vivere una esistenza precaria.
La cittadina, cioè la sottoscritta, ha un nome e cognome, si chiama Carmela Fanelli, 41 anni e soffre di gravi problemi legati alla deambulazione, quindi soggetto diversamente abile che avrebbe bisogno di assistenza e di particolari agevolazioni anche e non solo legate alla sosta del proprio veicolo. La legge riconosce questi diritti, il buon senso pure, ma il comune nicchia. Botta e risposta nelle corrispondenze, tante buone intenzioni espresse, ma restano chiacchiere al vento, ad oggi nulla di nulla.
La vicenda parte da fine giungo del 2016, in una lettera spiego al Comune il problema con il quale quotidianamente sono costretta a confrontarmi, per via di una oggettiva difficoltà a trovare un parcheggio nei pressi della mia abitazione, anche perché non dispongo né di un garage e nemmeno di un posto macchina. Nulla di nulla in quasi un anno, nove mesi per l’esattezza, nessuna risposta, nessun interesse del Comune, nessuna sensibilità. A marzo 2017 decido di riprovarci, e con prot. N. 1360 del 10 di marzo formulo un “Sollecito” e a questo segue addirittura una interrogazione la n. 9, indirizzata al Sindaco ai componenti la Giunta e al Vice Sindaco da parte del consigliere Luciano De Bellis e, anche,una nota del Vice Sindaco, Pietro Luigi Martoccia. Nulla di nulla, silenzio assordante, ma qualcosa si muove, mamma mia. Arriva il grande giorno, 22 marzo 2017 prot. N. 1551, si comunica alla sottoscritta che il Comune si è prontamente attivato per soddisfare la mia legittima esigenza. Macché falso allarme, nulla di nulla: chiedono un sopralluogo di cui ancora oggi non ne conosco l’esito pur avendo richiesto un verbale. Ci vuole poco, anzi ci vuole qualche ora per affiggere un cartello di segnaletica del posto riservato a disabile, onestamente trovare una giustificazione a questo comportamento strano, irriverente, irrispettoso è cosa ardua, impossibile. Il 27 marzo scorso decido di inviare una richiesta di intervento addirittura al Prefetto di Potenza. La missiva la indirizzo per conoscenza anche al Comune e al Comando della Stazione dei Carabinieri di Laurenzana. Pochi giorni dopo la Prefettura richiama con una missiva l’attenzione delle civica amministrazione sulla vicenda, chiedendo di valutare l’adozione di ogni consentita iniziativa tesa alla positiva risoluzione della problematica. Roba da entità sconosciute al genere umano, non è che l’inizio. Il Comune ordina un sopralluogo nei pressi della mia abitazione, alla luce di questo però avanzavano obiezioni i cui motivi restano sconosciuti. Richiedo più volte copia del verbale e nome del responsabile di adozione del procedimento, che resta però lettera muta. Un incredibile incrocio di numeri di protocollo, una devastante azione di irresponsabilità, una incredibile storia di ordinaria follia, senza fine, senza che l’utente finale, il cittadino, l’uomo qualunque possa comprendere il perché di tanta ingiustificata inerzia. L’ultima delle lettere è indirizzata al difensore civico e porta la data dell’11 maggio 2017, ancora una volta si chiede di intervenire. Cittadino, comune, prefettura, difensore civico, un infernale crocevia di numeri di protocollo, un tira e molla che non giova a nessuno, che mina profondamente la già tanto provata sfiducia nelle Istituzioni, che danneggia nel fisico e nello spirito un privato cittadino che si vede negato ogni forma di solidarietà dall’ente che avrebbe dovuto per primo risolvere la questione poche ore dopo la richiesta. Non so quando e in che modo terminerà questo calvario, comunque vadano le cose le Istituzioni ne escono irrimediabilmente sconfitte, se mai ci fosse stato bisogno anche di questo per dichiararne il proprio pressapochismo nelle gestione della cosa pubblica.
Carmela Fanelli