Fine anno scolastico: certezze, ma anche previsioni che mettono molta ansia

24 maggio 2017 | 18:08
Share0
Fine anno scolastico: certezze, ma anche previsioni che mettono molta ansia

Fine anno scolastico: certezze, ma anche previsioni che mettono molta ansia per colpa di quel mezzo voto che ci si ostina ad assegnare. E’ quello che mi raccontava una signora stamani, madre di uno studente abbastanza studioso, che proprio per la sua fatica si aspetta di essere “ricompensato”. O i genitori. Non dico quel che penso sull’ansia del voto alto (non della bocciatura, perché chi se l’aspetta se ne è già fatta una ragione), ma con un po’ di sforzo riconosco che se uno studente ha sempre reso da otto, non gli si assegna sette e mezzo quando si è alle ultime interrogazioni, che di sicuro per lui non sono ancora finite. Infatti dipende dai casi, facilmente deducibili in un contesto non sempre limpido e lontano da pregiudizi. Per molti docenti, quando sono in buona fede, diventa un problema l’assegnazione di un voto alto che corrisponda al giusto modo di aver appreso. Per me non lo è e per questo mi va di scriverlo. Se uno studente dimostra di avere studiato a memoria, l’otto non glielo si dà, già dalle prime battute. Quando se ne argomentano con garbo le ragioni, dovrebbe essere acquisito come dato. Per il resto va da sé e senza problemi un bell’otto ed anche un bel nove o un bel dieci. Fonte di soddisfazione, di gioia, di rinnovato entusiasmo e fiducia in chi ha raggiunto tali traguardi. “No, io il dieci no lo assegno mai, ho sentito dire, per le classi superiori è ridicolo!” Ridicolo stabilire che la scala parte dallo zero al dieci!? Ma tutta l’attenzione, problematica, ansiogena, amletica, nata da palpitante senso di giustizia, per il professore, è l’assegnazione del mezzo voto. Come questo otto di cui scrivevo prima, che pare non abbia e non avrà un parto regolare. Mi guardava attenta, stamani, la madre in ansia. Attenta a scoprire tra le mie ciglia un segno di empatia e di approvazione alla sua ansia e di disaprrovazione nei confronti del prof amante del “mezzo”… Ho rimesso gli occhiali, meraviglioso espediente e strumento di difesa, come la solitudine e come quel mezzo voto che serve a risollevare una grigia mediocrità… E non parlo. Ne avrei da dire, ma per sfinimento non esprimo più pareri. Anche perché in questo caso ho pensieri ambivalenti. Non posso parlare con un genitore che mi può morire di crepacuore se gli confesso quello che penso, principalmente sull’attesa dell’otto a tutti i costi. E sull’uso del mezzo voto a fine anno per casi felici, come questo. Che non è generato da animo libero da contorcimenti provinciali. Io scrivo: Il mezzo voto quando lo assegniamo in casi come questo, va a noi docenti, a quelli dalla mente…così…Solo il mezzo e nulla di più.

Maria Teresa D’Aiuto