Laurenzana, chiesa gremita ma il prete non si presenta per celebrare messa in suffragio
In occasione della ricorrenza del primo anniversario della morte di Gaetano – Gaetano Cantisani – per ricordarlo e commemorarlo è stata ordinata una Santa Messa, in suffragio, al parroco facente funzioni Don Gaetano Corbo. Ci si è accordati sulla data, l’ora e il luogo della celebrazione. La Santa messa si sarebbe dovuta celebrare sabato 22 aprile alle ore 17,30 presso la Chiesa della Potentissima in Laurenzana (Potenza). Ad una settimana dall’evento sono stati affissi i manifesti per informare ed invitare gli interessati alla partecipazione. Nel giorno, all’ora stabilita parenti ed amici, giunti anche da fuori regione, ordinati e silenziosi hanno atteso il sacerdote per la celebrazione. E’ sembrato che ci fosse un leggero ritardo che, in un primo momento, non ha destato grande preoccupazione: ci poteva anche stare. Il tempo è passato e il ritardo si è attestato sulla mezz’ora, poi sull’ora: la Chiesa sempre stracolma, dentro e fuori, i fedeli comunque al loro posto. Qualcuno più addentro alla comunità della parrocchia si è anche attivato a telefonare per avere delucidazioni. Le risposte e le notizie riferite ai presenti erano un po’ raffazzonate, rabberciate, dal sapore di “Io non so”, “Nessuno risponde”, “Poco fa era qui”, “Ora non so dove è andato”. Il vuoto: la vacanza sistematica dell’organismo “Chiesa”. Alle ore 19 ci si è alzati e si è usciti, cacciati e messi alla porta da una Chiesa che, a dispetto di quanto dice e proclama Papa Francesco, respinge con lo sguardo girato da un’altra parte, invece di accogliere! La famiglia confusa, mortificata, imbarazzata, avvilita per l’incresciosa e ingiustificabile situazione che è stata costretta a subire ha ringraziato quanti hanno partecipato alla commemorazione, trasformatasi in umiliazione per i vivi e per il proprio caro da ricordare. A tutt’oggi si aspetta che qualcuno si faccia vivo e con il cuore in mano fornisca spiegazioni su quanto successo. Il silenzio! L’omertoso e imbarazzante silenzio che più di ogni altra azione scuote gli animi di quanti subiscono impotenti le varie forme di potere. Nostro Signore si fece servo ribaltando il senso delle gerarchie e lottò fino alla croce per sanare le ingiustizie che i sacerdoti dei templi avevano commesso dimenticando le lezioni dei profeti. Questo svelamento oggi è portato avanti e divulgato dal Santo Padre. Noi speriamo che i nostri responsabili diocesani facciano proprio questo messaggio dando seguito a parole di conforto e misericordia che possano attuare l’insegnamento cristiano mostrando quell’umiltà, a quanto pare, solamente predicata dagli scranni e dall’altare.
Maria Giuseppe Raho