La femminilità occidentale e le forche caudine

10 aprile 2017 | 17:55
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La femminilità occidentale e le forche caudine

La femminilità occidentale e le forche caudine. Il Tempo quotidiano ha appena pubblicato la notizia della vittoria di miss Reef (?) 2017, definendo la finale super sexy, con tanto di immagine che focalizza l’attenzione su quattro fondoschiena lucidi, ben oleati, scuri. Forme impeccabili, vedo. Che hanno aggiudicato l’elezione di una miss, a discapito del volto e del corpo. Sembrano glutei scolpiti, spinti in fuori, verso chi guarda, con un sapiente scatto di reni. Maestre sono diventate molte donne in questo “tac” della zona lombo- renale per spingere in fuori le rotondità. In modo innaturale, quasi i loro glutei fossero l’unico elemento del corpo. Staccato dal resto. E mi sono sempre chiesta, quando mi sfilano immagini, foto, portamenti per la strada, per quanto tempo sia possibile restare in questa posizione, con l’aggravio dei tacchi alti, altissimi. Non ci sono occhi, nè sorrisi, nè portamenti dolci, naturali, braccia lunghe che sfiorano il corpo, seni morbidi. No! solo glutei. Quelli che i francesi chiamano “fesses”. Deve costar moltissima fatica allenarsi perché queste rotondità siano simili alle natiche da toreador, svettanti e sfacciatamente mostrate con quel Tac, in faccia a chi guarda. Mi piace riportare una bella riflessione della mia amica Agata Amantia: “sembra un volgare tentativo di imitare la Venere Callipigia”! A questo Patrimonio culturale del terzo millennio c’è da aggiungere, per le conoscenze che ho, una disinvolta mostra del sé che non è un sé, visto che è più in basso dell’ombelico. Quell’omfalòs ((ὀμφαλός) che non apre orizzonti infiniti, come nel pensiero greco, anzi, li restringe nei confini delle ali del lungo abito sapientemente disposto a ventaglio. Come si è potuto notare alla premiazione del cinema di Venezia, quest’anno. E il fatto che questi abiti senz’anima, ma con trucco… siano stati lasciati passare dagli organizzatori (o ve n’è uno solo?) in un’occasione – evento di grande portata nazionale, la dice lunga. Passare per le forche caudine per “essere”. Il tappeto rosso, sornione, ne ha viste di bizzarrìe al femminile – accanto a uomini pure interessanti, la cui eleganza è passata inosservata – e quest’anno è stato attraversato da tali presenze . Semplici considerazioni oziose, di una donna. Se mai, ci risentiamo.

Maria Teresa D’Aiuto