Agricoltori di Senise, “no a tributo di bonifica”

12 aprile 2017 | 10:57
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Agricoltori di Senise, “no a tributo di bonifica”

Gli agricoltori dell’agro di Senise non possono sopportare dopo il danno provocato dalla realizzazione della diga di Monte Cotugno che ha sacrificato aziende e produzioni ortive di pregio anche la beffa del tributo da pagare al Consorzio di Bonifica. Lo sostiene una nota del Circolo di Italia dei Valori di Senise sottolineando che nell’uovo di Pasqua con giorni di anticipo gli stessi agricoltori senisesi hanno trovato una notifica al pagamento del tributo 660 nei confronti dei proprietari di fondi rustici. La crisi del comparto dovuta a molti fattori tra cui il crescente peso di tasse, cartelle esattoriali comunali e statali – è scritto nella nota – non consente di sopportare un nuovo tributo che non ha motivazione di esistere se non quella di fare cassa sul mondo agricolo per ripianare deficit accumulati nel corso degli anni non certo per responsabilità degli agricoltori. Piuttosto – sostiene il Circolo di IdV – la Regione pensi a esigere il dovuto dalla Puglia e dall’Acquedotto Pugliese che attingono da Monte Cotugno per le esigenze idriche ad uso potabile, irriguo ed industriale delle zone pugliesi. Sarebbe sufficiente recuperare un debito cronico di cui purtroppo si è perso il conto esatto per affrancare gli agricoltori di Senise dall’assurdo tributo, per altro mai richiesto prima, e per investire, come previsto negli accordi tra Regioni Basilicata e Puglia, per la salvaguardia della diga e delle sorgenti. Si chiama “ristoro dai costi ambientali” il capitolo specifico del Programma Speciale Senise che in quanto a ristoro per la distruzione delle aree più produttive e per l’impatto sul territorio ha prodotto troppo poco. La dotazione finanziaria di 35 milioni di euro è infatti risultata inadeguata a fronteggiare interventi di tutela e per favorire nuove localizzazioni di attività di trasformazione dei prodotti agricoli con l’effetto di aver generato pochi posti di lavoro fissi e sempre insufficienti e sempre di precariato nel settore idraulico-forestale. Crediamo che – conclude la nota di IdV – che anche l’attuale Amministrazione Comunale e quella che verrà eletta nei prossimi mesi debbano farsi interpreti della richiesta di annullare le notifiche di pagamento.