“Acquedotto lucano: sperperi, consulenze e moltiplicazione di uffici”

13 aprile 2017 | 15:36
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“Acquedotto lucano: sperperi, consulenze e moltiplicazione di uffici”

Sperperi, consulenze e moltiplicazione di uffici. Un altro fallimento delle riforme di Pittella. Da informazioni ottenute – e da noi verificate – apprendiamo alcuni dati su Acquedotto Lucano che ci inquietano e che segnalano un modo di operare che continua a non tener conto di criteri oggettivi e di buona amministrazione. Il riferimento è al modello organizzativo di Acquedotto Lucano, ma anche alla stretta relazione che deve intercorrere fra lo stesso modello, i costi che si determinano sul bilancio ed il funzionamento della Spa.

Veniamo ai numeri e alla loro esplicitazione.

Al 31.12.2014, ancora con la presidenza Gentile, questa la fotografia dell’organizzazione per Uffici, Settori e Aree: Uffici 17,Settori 29,Aree 11

A marzo del 2016, con la nuova gestione, affidata all’Amministratore Unico, Michele Vita, si registrano queste modifiche: Uffici 40, Settori 26, Aree 20.

Esattamente un anno dopo, nel marzo del corrente anno, la situazione è così ulteriormente modificata: Uffici 31, Settori 36, Aree 25.

Va ricordato che la scelta di passare da un Consiglio di Amministrazione ad indirizzo collegiale ad una Manager unico, fu tutta politica. Si spiegò alla comunità lucana che Acquedotto avrebbe dovuto essere guidato in maniera più razionale e moderno. A nessuno sfuggirono, all’epoca, le polemiche fra la Gentile e il neo presidente Pittella. L’invito a dimettersi. In realtà la successiva nomina di Vita ha prodotto un neo centralismo decisionale che mal si associa ad una società controllata da Regione e Comuni, che per sua natura si caratterizza come plurale e complessa. I numeri sopra descritti sono paradossali ed indicano un vecchio vizio della politica di sinistra: accontentare tutti gli amici! Fare un uso clientelare degli Enti e delle società pubbliche. Trasformarli in carrozzoni… Incredibile la disinvoltura con la quale si è formalizzato lo scivolamento delle carriere verticali con doppi, tripli e persino quadrupli salti di funzione e livelli retributivi. Con la sfacciataggine di spalmare i costi anche sui bilanci futuri. Un atto immorale! Oltre che illegale! Parliamo di un aumento nel prossimo biennio ed a partire da questo bilancio 2017 del 27 per cento in più sui costi di gestione. Senza contare che anche i costi per consulenze esterne non tendono a diminuire e che da tre anni continuano a lievitare di un 7 – 10 per cento ogni dodici mesi. Nei prossimi giorni, chiederemo pubblicamente conto con una interrogazione regionale di questo scempio. Nel frattempo era doveroso informare i lucani che la prossima campagna elettorale amministrativa di giugno è iniziata, come sempre, utilizzando la spesa pubblica e i soldi dei lucani. Il tutto mentre i costi energetici di Acquedotto lucano sono sempre a carico della Regione e lo sperpero dell’acqua continua per assenza di investimenti in infrastrutture e manutenzione. Va infine ricordato che Michele Vita non è un manager. E’ stato dirigente di strutture regionali. E’ e resta un burocrate a servizio della politica di potere di una sinistra che non perde gli antichi vizi. Gianni Rosa, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale