“Indottrinare i bambini alla fluidità sessuale può provocare confusione”

6 marzo 2017 | 11:02
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“Indottrinare i bambini alla fluidità sessuale può provocare confusione”

Il messaggio dello spettacolo teatrale “Fa’afafine” di Giuliano Scarpinato, in programma il 13 marzo 2017 a Matera, indirizzato alle scolaresche dell’età compresa tra gli 8 e i 16 anni, risulta emotivamente pregiudizievole allo sviluppo psicofisico dei bambini e degli adolescenti, in quanto in contrasto con l’interesse superiore e prevalente del minore alla serena crescita intellettuale ed intellettiva. Presentare uno spettacolo del genere ai bambini, ma anche agli adolescenti e preadolescenti, equivale subdolamente a mettere in discussione l’identità sessuale maschile e femminile, diffondendo messaggi confusivi sulla sessualità e ingenerando nei minori il distorto convincimento di poter scegliere un giorno di essere maschi e l’altro di essere femmine. Un messaggio altamente pericoloso: pensare di indottrinare i bambini, sin dall’infanzia, alla fluidità/variabilità sessuale, può provocare solo confusione e traumi irreparabili. Il nostro insegnamento è basato proprio nell’educare con serenità ed amore i bambini e le bambine a conoscere la propria identità ad essere maschi ed essere femmine, con conseguente accettazione reciproca dei sessi. Accettarsi significa completarsi. Non possiamo assolutamente acconsentire che qualcuno possa distruggere questo lavoro. Né vale a giustificare le peculiarità dello spettacolo, l’assunto secondo cui, “promuovere l’autodeterminazione nell’orientamento sessuale, concorrerebbe a contrastare le discriminazioni”. Piu’ che finalità educative, la favoletta di Alex sembra porsi soltanto come un’indebita strumentalizzazione ideologica, altamente rischiosa, perché finalizzata in tal modo ad incrementare ulteriori discriminazioni.

Suor Tina Salierno e suor Sara Fasano, Scuola cattolica “Sacro Cuore” di Matera