Vice-sindaco aggredito a Gioia del Colle. “La paura non ci impedisce di andare avanti”

5 febbraio 2017 | 20:17
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Vice-sindaco aggredito a Gioia del Colle. “La paura non ci impedisce di andare avanti”

Abbiamo intervistato Enzo Cuscito, insegnante, Vice-sindaco di Gioia del Colle. La giunta di cui fa parte è scaturita dal successo elettorale di due liste civiche comunali, che fanno di quel comune un’interessante anomalia nel panorama amministrativo pugliese.

La giunta comunale del sindaco Lucilla è il frutto di una grande vittoria elettorale, conseguita da due liste civiche. Qual è stato il vostro punto di forza, secondo lei?
“Ve n’è più di uno. Innanzitutto la coerenza di tre anni di opposizione dura in Consiglio Comunale contro un’Amministrazione ibrida (che andava dal Pd ad ex esponenti di rilievo del PdL) e che aveva come centro l’affarismo e la clientela. Gli arresti degli esponenti di spicco di quella esperienza, dal sindaco al vice-sindaco, sono stati la prova della solidità delle nostre battaglie. Poi lo studio. C’è stata riconosciuta una politica fondata sulla competenza. Sullo studio delle norme e delle carte. Ma, soprattutto, l’essersi radicati sul territorio. Tra la gente. Le sedi dei nostri due movimenti sono state le uniche presenti a Gioia del Colle. Aperte tutte le sere. Quando ormai erano chiuse quelle di Pd e PdL, ed il M5S metteva i primi passi. Da qui la grande partecipazione giovanile e la condivisione in assemblee di tutte le decisioni. Dal programma elettorale all’individuazione del candidato Sindaco, sino agli Assessori. Non si era mai vista una coalizione che a sei mesi dalle elezioni presentava programma elettorale, Sindaco e Giunta. Scelti in base alle competenze e non ai voti riportati a scrutinio chiuso”.

Nei giorni scorsi lei è stato vittima di un’aggressione da parte di uomini incappucciati. A suo avviso potrebbe trattarsi di una reazione violenta alle politiche avviate dalla sua giunta in questi mesi?

“Fermo restando il lavoro scrupoloso degli investigatori, abbiamo le idee piuttosto chiare sui probabili mandanti dell’aggressione. Legati a quel tessuto mafioso che da anni cerca di insinuarsi nel sistema economico e sociale della città. In questi mesi abbiamo messo mano a situazioni dove temiamo possa emergere una possibile compromissione tra politica e malavitosi avvenuta negli anni scorsi. Motivo per cui temevamo possibili ritorsioni. Paura, che non ci ha impedito di andare avanti. E siamo solo all’inizio.”

Inclusione, legalità, attenzione verso le molteplici forme del disagio: avete pensato di raccogliere l’eredità socialista approfittando del fallimento epocale del neoliberismo? È la strategia vincente per arginare i populismi?

“Il mio riferimento, e non solo mio (molte delle esperienze di questa Amministrazione sono nate nelle parrocchie, nell’Azione Cattolica, nelle associazioni di volontariato e di accoglienza), parte da molto più lontano dell’eredità socialista. E’ quella del cristianesimo sociale. L’amore e l’attenzione del messaggio di Gesù di Nazareth verso i poveri ed il mondo. Rendere la terra un posto migliore attraverso prassi di solidarietà, la sequela della bellezza, l’amore per la verità e la giustizia. Un messaggio che è l’esatto opposto del populismo. Gesù non era un populista. La sua morte in Croce è proprio lì a narrarcelo.”

Qual è il suo sogno su Gioia del Colle?

“Vorrei che questa città divenisse paradigma di buona politica. E di cittadinanza attiva. Poter dimostrare che una comunità può crescere e progredire senza clientele e corruzione, puntando alla valorizzazione della bellezza (dalla terra alla pietra), della legalità, dell’integrazione e dell’alterità. E potesse così essere di esempio ai territori prossimi. Come politica che nasce e cresce dal e nel basso. Puntando allo studio e alla preparazione. Al merito ed ai principi morali. Nel nostro piccolo, possiamo essere di esempio di questo a tutti gli schieramenti politici. Dal centrosinistra al centrodestra. Fino al M5S. Schieramenti che abbiamo sconfitto nel giugno 2016 con sole due liste giovani e determinate. Vittoria che, in terra di Bari, ci ha resi una curiosa anomalia. Un fenomeno da studiare. E, mi auguro, da imitare.”