Fisioterapia, si intensifica campagna Aspat contro abusivismo

31 gennaio 2017 | 17:37
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Fisioterapia, si intensifica campagna Aspat contro abusivismo

Oltre un terzo degli utenti del servizio sanitario nazionale (34,1%) che si sono rivolti alla sanità pubblica ha sperimentato “errori medici”. Nel 42,2% dei casi si denunciano strutture mediche fatiscenti, nel 41,8% condizioni igieniche insoddisfacenti. Lo riferisce il rapporto Eurispes avvalorando la campagna promossa da ASPAT Basilicata contro l’abusivismo che specie nel settore della fisioterapia è la causa principale dell’insoddisfazione dei cittadini per servizi e prestazioni di cura e prevenzione alla salute. Un dato su tutti: a fronte di circa 50.000 Fisioterapisti abilitati ad esercitare la professione, ci sono in Italia almeno 100.000 personaggi, non altrimenti definibili, che senza aver alcun titolo in ambito riabilitativo (ricordiamo che il fisioterapista è un professionista laureato), disinvoltamente praticano le loro improvvisate manovre su inconsapevoli cittadini che si mettono nelle loro mani magari perché attratti da pubblicità ingannevoli o dalla politica del basso costo. Il fenomeno è preoccupante, perché almeno il 5% degli italiani che giornalmente si affidano a interventi di riabilitazione, incappando in sedicenti fisioterapisti, subiscono danni gravi, talvolta addirittura irreversibili. La falsa fisioterapia non si annida solo presso compiacenti cliniche o studi privati, ma prospera spesso anche presso pubbliche strutture nosocomiali, create, invece, per salvaguardare al meglio la salute del cittadino. L’abusivismo in fisioterapia produce inoltre un danno economico, sia all’utente (in termini di tariffe spesso esagerate, non giustificate dalla necessaria professionalità e sovente neppure fatturate), sia agli Enti legalmente preposti all’erogazione di simili prestazioni (che si vedono sottrarre pazienti), sia allo Stato (in termini di evasione fiscale). Tale attività illegale può configurarsi come vera e propria truffa, e i Nuclei Antisofisticazioni (N.A.S.) dei carabinieri, opportunamente sensibilizzati al riguardo dalle Associazioni di categoria e dalle Associazioni dei consumatori, se ne stanno occupando con sempre maggior frequenza, rilevando molteplici irregolarità, fino alla chiusura di diverse strutture dove operano soggetti non adeguatamente preparati. L’ASPAT Basilicata evidenzia che ultimamente la Regione ha cercato di porre rimedio nella branca della riabilitazione-fkt, (il settore maggiormente colpito da questo fenomeno) a quelle che erano considerate situazioni costrittive professionali, emanando leggi di apertura, ma i buoni propositi non sono affatto sufficienti con il risultato che ci sono situazioni che nascono e si ramificano nella indifferenza di molti, in contesti dove si tollera per il quieto vivere l’inosservanza delle regole e dei fenomeni di illegalità, sottovalutando che questi fenomeni producono effetti negativi sulla salute delle persone. Il fisioterapista è una figura sanitaria sempre più conosciuta mentre non sono completamente noti ai cittadini i suoi numerosi ambiti di attività e spesso il fisioterapista viene confuso con altri operatori e sedicenti terapeuti. Si pensa che il fisioterapista  si occupi solo di esiti di traumi, di infortuni, della riabilitazione successiva alla chirurgia ortopedica o del trattamento di alcune forme di dolore. I suoi ambiti di intervento sono invece molto più vasti: disturbi del movimento in seguito a lesioni e malattie del sistema nervoso, riabilitazione successiva a malattie respiratorie, cardiovascolari, infarti o ictus,  o all’applicazione di protesi dopo una amputazione, a malattie oncologiche fino a delicati interventi di supporto nelle cure palliative.  Detta in poche parole, il fisioterapista è l’esperto del recupero delle abilità motorie. Aspat Basilicata è pronta a raccogliere indicazioni relative a comportamenti scorretti in ambito fisioterapico da inoltrare alle autorità competenti e a tal fine ha costituito un gruppo interno di valutazione, con il supporto di uno studio legale per valutare tutte le segnalazioni dei casi di sospetto abusivismo delle strutture esercenti attività sanitarie riabilitative, affinchè, previe le opportune verifiche preliminari da parte della stessa commissione, si procederà poi ad inoltrare alle autorità competenti il relativo esposto – denuncia. L’obiettivo conclusivo di questo lavoro è la realizzazione di un “dossier-libro bianco sull’abusivismo in sanità”, consapevoli che chi si sottrarrà a qualsiasi livello dal diritto-dovere di denunciare i casi di illegalità, chi si mostrerà indifferente e tollerante verso le situazioni irregolari, diviene complice dei fenomeni di malasanità.