Depuratori irregolari, 8 dirigenti di Acquedotto Lucano indagati

24 gennaio 2017 | 14:13
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Depuratori irregolari, 8 dirigenti di Acquedotto Lucano indagati

Otto persone indagate e 52 depuratori sequestrati. Valori oltre i limiti, nelle acque trattate, per quel che riguarda escherichia coli, azoto ammoniacale, cloro attivo libero e altri elementi pericolosi. E’ questo il bilancio di un’operazione condotta dai Carabinieri Forestali

 del Comando Regione Basilicata e coordinata dalla Procura di Potenza che ha portato al sequestro preventivo, con facoltà d’uso, di 52 impianti di depurazione gestiti da Acquedotto Lucano in provincia di Potenza. Gli impianti, secondo quanto emerso dalle indagini, non avevano l’autorizzazione unica ambientale. Otto dirigenti di Aql sono invece indagati per omissione reiterata e sistematica di atti d’ufficio. 

Per alcuni degli impianti in questione- hanno spiegato gli inquirenti- l’ente gestore, e cioè Acquedotto Lucano, nonostante fosse messo al corrente del superamento dei valori di legge, ha continuato nell’omissione. Infatti per molti di questi depuratori risulta, già dall’ottobre scorso, un invito dalla Provincia di Potenza, a mettersi in regola. Invito, evidentemente, mai raccolto. Gli impianti sequestrati  sono gestiti da Aql dal 2008 e per la maggior parte di essi non risulta mai intervenuta alcuna autorizzazione, mentre per i restanti è risultata essere scaduta da anni. 

I Comuni in cui sono stati sottooposti a sequestro i depuratori:Abriola, Acerenza, Albano di Lucania, Anzi, Banzi, Barile, Bella, Cancellara, Castelsaraceno, Castelmezzano, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Latronico, Lavello, Maratea, Marsico Nuovo, Maschito, Melfi, Missanello, Montemilone, Oppido Lucano, Paterno, Pietrapertosa, Rapolla, Rionero, Rivello, Ruoti, San Martino d’Agri, San Fele, San Paolo Albanese, Sant’Angelo Le Fratte, Savoia di Lucania, Tolve, Tramutola, Trecchina, Venosa