Crack Veneto Banca-Apulia, il dramma dei risparmiatori lucani

11 novembre 2016 | 09:33
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Crack Veneto Banca-Apulia, il dramma dei risparmiatori lucani

In Basilicata erano state collocate azioni per 45 milioni di euro che con la svalutazione decisa dal Cda della banca, nel maggio scorso, oggi valgono quasi zero. Il crack ha coinvolto imprenditori, artigiani, giovani, pensionati e anche Banca Sella Holding,

 le cui azioni derivavano da una storica partecipazione in una banca pugliese, poi confluita in BancApulia, che a sua volta è stata comprata dal Gruppo Veneto Banca. Ed è proprio agli sportelli di BancApulia (una ventina in Basilicata) che i risparmiatori lucani sono caduti nella rete. In fumo 14 milioni di euro nella provincia di Matera e 31 milioni di euro nella provincia di Potenza. Le città che hanno subito più danni dal crack sono Potenza (quasi 9 milioni di euro), Matera e Lavello (6 milioni di euro), Melfi (5 milioni), Avigliano (2,3 milioni), Tricarico (2 milioni), Bernalda (1,8 milioni), Policoro (1,6 milioni). Le associazioni dei consumatori avrebbero sul tavolo almeno 200 richieste di aiuto, ma i risparmiatori lucani finiti nella rete del disastro sarebbero circa un migliaio. 

Il 10 novembre scorso, si è tenuto nella sede dell’Adiconsum di Matera, un incontro con i consumatori che hanno acquistato azioni di Veneto Banca presso la Banca Apulia. All’incontro ha partecipato Marina Festa, Presidente dell’Adiconsum di Matera, insieme ai legali Salvatore Laguardia, di Potenza, e Giuseppe Tedesco, di Matera.

“Riteniamo importante l’incontro di oggi per sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica Regionale e Nazionale affinchè si trovino delle soluzioni alla drammatica situazione che stanno vivendo numerosi cittadini e imprenditori che si sono visti azzerare i risparmi di una vita di lavoro con l’acquisto dei titoli tossici di Veneto Banca collocate sul territorio regionale da Bancapulia. L’acquisto delle azioni di decine e decine di migliaia di euro, fino a centinaia di migliaia di euro, sono state sollecitate, in gran parte, da funzionari di banca, forse in buona fede, ma spinti dai vertici bancari, che guardando nei conti correnti dei loro clienti, vista la disponibilità economica hanno suggerito di investire in azioni di Veneto Banca assicurando un ottimo rendimento netto su cedola annua. Le persone coinvolte sono per lo più pensionati che hanno investito la loro buonuscita, il TFR o imprenditori che sono stati invitati a sottoscrivere le azioni in cambio della concessione di un mutuo o di un finanziamento. Fra gli azionisti troviamo ad esempio un operario di uno dei salottifici di Matera che, a seguito del licenziamento, avuto il TFR di circa 30 mila euro, è stato indotto a comprare azioni di Veneto Banca perchè sicure. Ora questa persona, così come molte altre, è a rischio di usura e molti, in preda alla disperazione, sono a rischio “suicidio”. Queste persone difficilmente potranno far valore i loro diritti in tribunale perchè non ha la possibilità di pagare un legale e le spese connesse. Questi sono i casi che si sono presentati a noi – ha affermato Marina Festa, Presidente dell’Adiconsum di Matera. Quanto accaduto è sicuramente drammatico perchè un’azione acquistata nel 2014 a circa euro 40,75 oggi vale al massimo 0,10 centesimi. Si legge nei volti delle persone – ha continuato Marina Festa – la più completa disperazione perchè hanno perso tutto ciò che avevano risparmiato con una vita di lavoro e di sacrifici. Prendiamo atto – ha continuato Marina Festa – e la sosteniamo fortemente, della mozione approvata dall’Assemblea Regionale della Basilicata con la quale si dà mandato alla Presidenza del Consiglio Regionale affinché venga approvata nell’ambito della Conferenza dei parlamenti regionali una mozione da presentare al Governo Nazionale per richiedere una soluzione trasversale a tutela dei consumatori coinvolti e di verificare la possibilità di intervenire per dare un segno a quei piccoli risparmiatori che si trovassero nelle condizioni economiche e sociali di indigenza provocate dal dissesto delle banche coinvolte. Nel contempo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Veneto Banca per una presunta pratica commerciale scorretta, avendo, l’Istituto bancario, condizionato l’erogazione di finanziamenti a favore dei consumatori all’acquisto da parte degli stessi di proprie azioni. Come Adiconsum, ha concluso Marina Festa – con i nostri legali, Giuseppe Tedesco e Salvatore Laguardia, difenderemo in ogni sede i risparmiatori e non ci fermeremo affinché non vi sia giustizia. Controlleremo se le azioni sono state vendute in modo corretto e se i clienti avevano un profilo Mifid adeguato per comprendere l’investimento che hanno sottoscritto. Gli azionisti truffati possono rivolgersi presso la sede dell’Adiconsum di Matera, Via Ettore Maiorana 31, nelle ore pomeridiane, previo appuntamento telefonando al 3664487510 oppure inviando una e-mail a adibasilicata@alice.it.