”Parliamone, Rionero per il sì”

20 ottobre 2016 | 16:35
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”Parliamone, Rionero per il sì”

Perché sì al referendum costituzionale Ci sono sempre due scelte nella vita, o accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle. Noi del comitato per il sì, ”Parliamone, Rionero per il sì” crediamo di dover promuovere il cambiamento per offrire ai nostri figli e alle future generazioni un’Italia moderna e concorrente che abbia un’architettura costituzionale più consona alle esigenze della società moderna. L’articolo che vi proponiamo ha l’intenzione di spiegare i motivi per cui crediamo che questa riforma possa cambiare in meglio le sorti della nostra Nazione. La proposta di riforma costituzionale, che riguarda solo la seconda parte della Costituzione – il testo del 1948 è considerato ancora nei suoi principi , diritti e doveri un testo di grande attualità- è stata presentata dal Governo l’8 aprile del 2014 , ed è frutto di scelte condivise, in origine, dalla maggioranza e dalla opposizione . Nonostante i mutati assetti politici, la stessa è stata approvata con una percentuale di parlamentari superiori alla maggioranza assoluta richiesta e pari a circa il 57% in tutti e sei i voti finali. Con la riforma il Senato smette di essere un doppione della Camera e diventa la sede del raccordo tra lo Stato , le Regioni , i Comuni e le città metropolitane. Sarà composto da 74 Consiglieri Regionali, 21 Sindaci e 5 Senatori nominati direttamente dal Presidente della Repubblica , i Senatori , così, passeranno da 315 a 100 e non percepiranno l’indennità. I nuovi Senatori, potranno concorrere in parte alla definizione delle leggi dello Stato , valutare le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni, partecipare alla elezione del Presidente della Repubblica , della Corte Costituzionale e del Consiglio superiore della M agistratura e svolgere altre importanti funzioni in ambito statale connesse all’attività delle autonomie locali e al loro rapporto con lo Stato e l’Unione Europea. La durata del mandato dei Senatori coinciderà con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti e i 5 nominati dal Presidente della Repubblica dureranno in carica 7 anni e non potranno essere nuovamente nominati. I costi della politica diminuiranno e il risparmio a regime sarà di circa 490 milioni considerando anche la soppressione del Cnel (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro- organo consultivo non avente funzioni legislative) e delle Province .Non esisterà più il bicameralismo paritario che attribuisce al Senato e alla Camera le stesse funzioni (il famoso ping-pong) ; con la riforma solo un numero limitato di leggi ,come ad es. le modifiche alla Costituzione e le norme che riguardano l’ordinamento degli enti locali, avrà bisogno del sì di entrambe le Camere. Diversamente, le leggi saranno approvate dalla Camera dei deputati e il Senato potrà chiedere, solo se lo riterrà necessario, di riesaminare una legge già approvata entro 10 giorni e approvare le proprie proposte di modifica entro 30 giorni. In sostanza le leggi saranno approvate in tempi più brevi e certi. Non esisterà più la cosiddetta “legislazione concorrente”, ossia quelle materie per le quali le competenze erano divise tra Stato e Regioni e che a partire dalla modifica che il rispettivo articolo ha già subito nel 2001 non ha fatto che produrre il costante contenzioso sulla spettante competenza dinanzi la Corte Costituzionale . Con la riforma si chiariranno meglio le competenze dello Stato e quelle delle Regioni; lo Stato avrà competenze su materie che riguarderanno l’intero paese ,come la tutela della salute, le politiche sociali,l’istruzione,la formazione professionale,le attività culturali e il turismo. Le Regioni manterranno le scelte rilevanti per gli ambiti e gli interessi regionali. Esse inoltre potranno richiedere – se manterranno in ordine i propri conti- di intervenire in ulteriori materie come ad esempio, le politiche attive del lavoro, la tutela dei beni culturali, l’ambiente, il Governo del territorio: sarà un incentivo per le Regioni virtuose. Attraverso i propri rappresentanti all’interno del nuovo Senato, inoltre,le Regioni e i Comuni potranno partecipare alle scelte politiche nazionali. Per queste principali ragioni , noi del comitato “Parliamone, Rionero per il sì” vi invitiamo ad andare a votare il 4 dicembre e di votare Sì; abbiamo tutti bisogno di un primo passo in avanti per costruire uno Stato più snello, più veloce e meno costoso. Il momento è adesso: il 4 dicembre vota sì.

Angelina Scavone coordinatrice comitato ”Parliamone, Rionero per il sì”