Lavoro sommerso: intensificare azioni rating legalità

15 ottobre 2016 | 11:25
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Lavoro sommerso: intensificare azioni rating legalità

Il “peso” di commercio, attività di alloggio e ristorazione sul valore aggiunto generato dall’economia sommersa che ammonta complessivamente a 194,4 miliardi di euro – riferisce l’Istat – è del 25,9%.  Fausto De Mare, presidente provinciale di Potenza di Confcommercio Imprese per l’Italia, commenta: il dato è purtroppo in linea con i risultati dell’indagine Confcommercio- Gfk Eurisko sui fenomeni criminali in Basilicata – presentato in occasione della Giornata della Legalità – relativo al 33% del nostro campione di titolari di pmi lucane interpellati che considera in aumento nella nostra regione il fenomeno delle tangenti negli appalti, a fronte del 28% che è il dato medio nazionale. Per questo ci battiamo, in particolare, per superare una situazione che registra in Italia sette esercizi abusivi su cento. Se questa è la media nazionale nei mercati ambulanti del Mezzogiorno addirittura si arriva ad 1 abusivo su 3, mentre il giro di affari complessivo derivante dall’abusivismo, nel solo commercio-servizi, è pari 8,8 miliardi di euro. Ciò significa che alle imprese commerciali regolari viene sottratto il 4,9 del volume delle vendite. Inoltre, a causa dell’abusivismo commerciale e della contraffazione il commercio al dettaglio e la ristorazione si vedono sottrarre complessivamente 17,2 miliardi di euro all’anno di fatturato. Confcommercio Imprese per l’Italia – riferisce ancora il presidente De Mare – ha presentato un progetto, in sintonia  con il Ministero dell’Interno, sulla cornice originaria del “Protocollo per la Legalità e la Sicurezza”, affinché possa essere contemplata l’adesione delle aziende e il relativo riconoscimento ai fini dell’attribuzione del rating di legalità, dal regolamento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Le imprese lucane che hanno ottenuto il riconoscimento del “rating di legalità” dall’entrata in vigore del regolamento sono aumentate da quattro (2014) a 25 (2015). In dettaglio 17 sono imprese che operano in provincia di Potenza e otto in quella di Matera. Il rating ha un range che varia tra un minimo di una ‘stelletta’ a un massimo di tre ‘stellette’, attribuito dall’Autorità sulla base delle dichiarazioni delle aziende che sono verificate tramite controlli incrociati con i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni interessate. In provincia di Potenza si fregiano del “bollino di qualità” in grande maggioranza (14 ) con una stelletta (in alcuni casi accompagnato dal segno più), 2 con due stellette ed una sola azienda con il  massimo delle tre stellette. Nel materano 7 aziende hanno una stelletta ed una due stellette. La percentuale ridotta che riguarda la Basilicata – precisa Confcommercio – dipende per buona parte dal requisito essenziale per l’accesso (fatturato sopra i 2 milioni di euro), escludendo tutte le imprese dei servizi (commercio più altri servizi) che non possono richiedere il rating di legalità: il 97,4% delle imprese del settore. In particolare quelle piccole e piccolissime aziende che costituiscono la larga parte dell’imprenditoria e del tessuto economico del nostro Paese, oltre che del terziario,  sono automaticamente tagliate fuori dalla possibilità di ottenere il rating. Secondo la proposta di Confcommercio il possesso del Rating può essere assimilato al possesso di un titolo di merito premiante ed attribuito unicamente alle realtà votate alla trasparenza, alla legalità e che abbiano adottato strumenti e prassi di responsabilità sociale. In un contesto economico gravato da significativi tassi di economia sommersa ed illegale – dice De Mare – servono strumenti in grado di premiare quelle imprese che del ‘fare business’ sano, trasparente, legale ed etico, connotano la propria attività quotidiana. Bisogna opporsi, prioritariamente, a questa situazione che sottrae energie all’intero Paese. E bisogna farlo tutti insieme: imprese, consumatori e istituzioni pubbliche. E proprio allo Stato vogliamo dire che, poiché l’illegalità spesso si annida nella complessità, le imprese devono essere agevolate e non vessate dal fisco e dalla burocrazia, specie quando creano lavoro, reddito e benessere, ovvero ciò che negli altri Paesi è incentivato e premiato. Aiutiamole ad uscire da questo meccanismo perverso. E facciamolo presto e bene perché il tarlo dell’economia malata sta corrodendo inesorabilmente l’economia sana del Paese. Oggi è, dunque, arrivato il momento nel nostro Paese di guardare la legalità non come un “di più”, ma come precondizione per la crescita e lo sviluppo, tanto più per uscire dalla crisi”.