Morti nell’alluvione del 2013: 30 indagati tra Basilicata e Puglia
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Le condotte degli indagati, secondo l’accusa, avrebbero determinato una “grave alterazione del territorio e dei centri abitati con esposizione in pericolo della pubblica incolumità”.
Così si chiudono le indagini del pm di Taranto, Ida Perrone, per l’inchiesta sull’alluvione che il 7 ottobre 2013 causò la morte di quattro persone a Ginosa e ingenti fdanni. Trenta le persone a cui è stata notificata la conclusione delle indagini, che a vario titolo, sono indagate per cooperazione colposa in inondazione, disastro colposo e omicidio colposo. Si tratta di dirigenti e tecnici dell’Autorità di bacino della Basilicata, della Provincia di Taranto, dei Comuni di Ginosa e Laterza, del Parco naturale terra delle gravine e dell’Acquedotto pugliese. Nell’alluvione morirono Rossella Pignalosa, 30enne, Chiara Moramarco, di 25 anni e il marito Giuseppe Bari, di 35, entrambi lucani ma per motivi di lavoro a Ginosa, Pino Bianculli, di 32 anni, di Montescaglioso (Matera).