Fanghi tossici nei campi, l’inchiesta tocca la Basilicata

14 settembre 2016 | 17:09
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Fanghi tossici nei campi, l’inchiesta tocca la Basilicata

Sei imprenditori, cinque toscani e un veneto, sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un inchiesta sullo smaltimento illegale di circa 80 mila tonnellate di rifiuti in Toscana e in altre regioni d’Italia quali il Veneto e la Campania. Nell’indagine anche due aziende lucane,

 una di Genzano di Lucania e una di Matera che producono laterizi e una cava, i tre siti sono infatti stati ispezionati e perquisiti dal Corpo Forestale dello Stato. Secondo i magistrati della Procura di Firenze che hanno coordinato l’indagine i fanchi tossici venivano smaltiti in alcune aziende agricole e sversati direttamente nei campi. Tra le ipotesi di reato contestate dagli inquirenti il traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni di un ente pubblico e falso ideologico. Le operazioni, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Firenze, hanno individuato una ramificata organizzazione criminale, composta da imprenditori operanti, principalmente, sul territorio toscano (nelle province di Pistoia, Lucca e Pisa) e titolari di aziende “collegate con imprese dell’area campana gravitanti nell’orbita dei clan dei Casalesi e della cosca Belforte del comune di Marcinise (Caserta)”. Il giro d’affari ricavato dallo smaltimento illecito avrebbe fruttato agli indagati oltre 2 milioni di euro.