Il grano extracomunitario mette a rischio i raccolti al Sud

9 luglio 2016 | 14:27
Share0
Il grano extracomunitario mette a rischio i raccolti al Sud

Forte è la preoccupazione degli agricoltori lucani per le quotazioni del raccolto 2016 del grano duro che fissano prezzi assolutamente irrisori e comunque insufficienti a coprire i costi di produzione. La rabbia dei cerealicoltori lucani cresce tanto che molti di loro hanno deciso di non raccogliere il grano nonostante la qualità e la quantità della produzione sia buona. Confagricoltura Basilicata ricorda che il prezzo del frumento duro alla borsa merci di Foggia ha perso il 50% rispetto alla quotazione 2015 in pari data, e perdendo oltre il 22% discendendo da 242 a 190 euro a tonnellata, la realtà all’attualità vede offerte per le compravendite del nuovo raccolto si aggirano sui 170 euro\ton. Questo- si legge  in una nota- mentre continua ad arrivare nel mezzogiorno d’Italia grano extracomunitario a prezzi bassissimi e’ di pessima qualità. Tutto ciò non potrà che ripercuotersi pesantemente sui bilanci delle aziende agricole, già in forte difficoltà e generare ulteriore rabbia per l’inganno scientemente condiviso politicamente da chi dovrebbe governarci, accettando che la filiera continui a vendere come italiano una produzione che di locale ha ben poco, con il conseguente rischio che , in un territorio da sempre vocato a grano duro di alta qualità, quale è la Lucania. Inoltre -prosegue il comunicato-si sta ingenerando una irreversibile sfiducia degli agricoltori, in vista delle prossime semine, ad abbandonare la coltivazione frumento duro, che è bene ricordare resta il prodotto principe del nostro più qualificato e diffuso riconoscimento planetario: la pasta! La Basilicata non è petrolio-conclude Confagricoltura- la Basilicata è agricoltura dalla notte dei tempi. Governanti Nazionali e Regionali, se ci siete battete un colpo prima che il nostro Paese perda anche un’altra importantissimo settore dell’agricoltura prima e dell’agro alimentare dopo, continuando ad autorizzare la produzione di pasta made in Italy con grano provenienti da ogni angolo del pianeta.