Errori giudiziari, in 24 anni 24 mila innocenti in cella

2 luglio 2016 | 09:45
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Errori giudiziari, in 24 anni 24 mila innocenti in cella

“Non voltarti indietro”, è il titolo di un docufilm presentato ai festival di Pesaro e di Ischia, incentrato sulle storie di 5 vittime di errori giudiziari, scelte fra le centinaia e centinaia di casi che ogni anno si verificano in Italia. Diretto da Francesco Del Grosso, l’opera nasce da un un’idea dei giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, che da anni lavorano su questo tema e hanno dato vita al sito errorigiudiziari.com, con 700 casi. Negli ultimi 24 anni oltre 24 mila persone sono finite in carcere da innocenti. Per risarcirle lo Stato ha speso più di 630 milioni di euro

Fabrizio, Daniela, Lucia, Vittorio e Antonio sono i protagonisti del docu film, raccontano la sensazione di incredulità e paura che hanno accompagnato l’arrivo della polizia giudiziaria, l’arresto, il trasferimento in carcere, dove tutto ciò che prima era scontato viene sospeso. Cose fino a quel momento “viste solo in tv”: il rilevamento di impronte e foto, la consegna degli effetti personali, le stringhe tolte via dalle scarpe per evitare gesti di autolesionismo, l’ispezione corporale, l’umiliazione di trovarsi nudi nelle docce comuni, sapendo di non poter reagire, trattati inevitabilmente come un delinquente. Fino a che il “blindo”, la porta della cella, si chiude. Poi arrivano le perquisizioni a sorpresa, con i cani e la cella messa a soqquadro. E il primo colloquio con i familiari, indelebile nella memoria. Ma la capacità di aiutarsi, di intrattenere rapporti umani trova spazio anche dietro le sbarre. Alla detenzione si accompagna il processo, che può durare anni. Quando l’errore subìto viene accertato, la vita ormai è cambiata per sempre. C’è chi riesce a rialzarsi, magari realizzando un obiettivo rimasto per tanto tempo inespresso. E chi resta imbrigliato nell’abbandono dei familiari, nella perdita del lavoro, nella necessità di tirare a campare con la pensione. Il docufilm, attraverso le storie dei protagonisti, racconta tutte e due le facce della medaglia. Dove non arrivano le immagini girate nelle carceri e le interviste, scelte e montate con ritmo narrativo e supportate dalle musiche originali di Emanuele Arnone, sono i disegni di Luca Esposito a ricostruire momenti e situazioni. (Fonte Ansa.it)