Ente Parco Val d’Agri: la porta girevole per distribuire poltrone agli amici?

27 luglio 2016 | 12:35
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Ente Parco Val d’Agri: la porta girevole per distribuire poltrone agli amici?

A quanto pare all’Ente Parco Val d’Agri ci sarebbero diversi casi di assunzioni urgenti e a tempo determinato che, per uno strano gioco di prestigio, a volte anche in pochi giorni, perdono il requisito dell’urgenza e diventano motivo di necessario distacco presso altri enti. E’ il caso dell’ingegnere 

Francesca Di Lascio, la quale, idonea al concorso del Parco per Funzionario Tecnico nel 2014, è subito assunta per motivi di “urgenza e carenza di organico”. Nel 2015 viene “ceduta” al Comune di Rotondella. Dopo diversi ricorsi da parte dell’opposizione che hanno coinvolto la Corte dei Conti, nel giugno 2016 la Di Lascio rinuncia “spontaneamente” all’incarico nel Comune di Rotondella. Il 4 giugno 2016 Arpab chiede all’Ente Parco se per caso si trova disponibile un “ingegnere ambientale”. Il 5 giugno 2016 l’Ente Parco risponde positivamente alla richiesta dell’Arpab. Il 6 giugno 2016 il Parco fa richiesta di autorizzazione alla rideterminazione della pianta organica per “carenza di personale.” Queste procedure sono coerenti con le regole in tema di assunzioni, trasferimenti e concorsi? 

I casi eclatanti. Le assunzioni a tempo determinato pare siano consentite solo per brevi periodi e per ragioni particolari. Un trasferimento dopo quindici giorni ad altro Ente è regolare? Quello dell’ingegner Di Lascio è uno dei casi “anomali” che richiederebbe uno sforzo di trasparenza da parte delle Amministrazioni interessate. Vediamo gli altri. Luglio 2015, distacco “comandato” di Cristina Florenzano alla Regione Basilicata, nella segreteria “particolare” del Presidente (determinazione Direttore -Ente Parco- n. 319 del 21/07/2015). Marzo 2015, distacco “comandato” architetto Giusy Lucia D’Avenia, al Dipartimento Presidenza Giunta Regionale (deliberazione giunta regionale n. 232 dell’8/03/2016). Giugno 2016, nulla Osta al trasferimento di Maria Greco, “vincitrice” del concorso da Funzionario Amministrativo classe C con prova orale il 13/3/2015. Poiché nell’albo pretorio del parco si vede solo l’intestazione dell’atto, non è dato sapere presso quale Ente sia stata trasferita. Verosimilmente in Regione.

I salti di livello retributivo. Sembrerebbe che “i comandati”, assunti con un livello coerente con la funzione esercitata nell’Ente Parco, nel momento in cui passano ad altro Ente salgano di livello. Sarebbe il caso di Cristina Florenzano la quale, “comandata” nella segreteria particolare del Presidente della Giunta Regionale, ha un incarico il cui “trattamento economico è determinato ai sensi della Disciplina delle Posizioni Organizzative”. Senza malignare, occorre aggiungere che Florenzano è stata rappresentate del candidato Marcello Pittella all’interno del Comitato organizzativo promotore delle primarie di centrosinistra per la scelta del candidato presidente per le elezioni regionali.

L’opinione pubblica chiede trasparenza. Insomma, a parte le stranezze procedurali e concorsuali, l’Ente Parco incarna una palese contraddizione. Lamenta carenze di personale, non a caso negli ultimi mesi avrebbe messo mano più volte all’organizzazione degli uffici, di fatto moltiplicandoli, assume a tutto spiano – a tempo determinato – adducendo motivi di urgenza e indifferibilità. Subito dopo però, a volte anche dopo poche settimane, il personale assunto è ceduto “in comando” ad altri Enti. E’ tutto regolare? Delle stranezze procedurali nella gestione del personale e dei concorsi dell’Ente Parco si sono già occupati la pentastellata Mirella Liuzzi, con un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianni Rosa. Ad oggi nessun chiarimento, da parte dell’Ente Parco e della Regione Basilicata, che soddisfi la domanda di trasparenza dell’opinione pubblica. Anzi, rimane ancora forte il dubbio che l’Ente Parco funzioni come area di transito per sistemare amici e compari di politici, in particolare del governatore Pittella, in posizioni più sicure e ben retribuite. E’ un dubbio che il presidente Totaro, e lo stesso presidente della Regione, hanno il dovere di sciogliere. Non sarebbe male una verifica anche da parte della magistratura.