Virginia, Chiara, Viviana e le altre. Sindaci nonostante le quote rosa

20 giugno 2016 | 12:18
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Virginia, Chiara, Viviana e le altre. Sindaci nonostante le quote rosa

Quote rosa-‘riserve indiane’ servono a poco, se non a nulla. E non me ne vogliano le ben vestite signore radical chic che vanno in giro per convegni 

a ribadire l’importanza per le donne di vedersi garantito uno spazio in politica (e nelle istituzioni) che altrimenti non avrebbero proprio perché donne. 

Chi scrive crede nella capacità e nelle competenze delle persone, di qualunque sesso siano e qualunque orientamento sessuale abbiano. I diritti acquisiti in base al sesso contraddicono il più elementare diritto di uguaglianza. Le persone, tutte, hanno diritti e devono esercitarli. Anche quello di fare il sindaco o il primo ministro. E mai come oggi, a ballottaggi chiusi, i fatti parlano chiaro. Se mi convinci ti voto. E, soprattutto, se penso che tu valga punto su di te. Nel Movimento Cinque stelle continua ad accadere questo. Sette sindaci su 19 sono donne. Donne che si sono messe in gioco, che hanno dimostrato di avere delle capacità e delle competenze per poter proporsi agli elettori. Che stia per avviarsi ai titoli di coda il tempo delle belle “ministrine” con la bocca rosso fuoco sempre pronta a sorridere in favore di telecamera? Ce lo dirà il tempo. Intanto le donne che oggi si apprestano ad amministrare Roma e Torino, ma anche centri più piccoli sanno che dovranno rimboccarsi le maniche, lo sapevano già quando hanno deciso di scendere in campo. Nella nostra piccola Basilicata, a Pisticci, la prima donna sindaco del Movimento cinque stelle sa che dovrà amministrare una cittadina che è stata per anni sotto la cappa asfissiante di un ‘sistema’ che ha fatto affari sulla pelle dei cittadini. Sa che dovrà dare risposte concrete a quei cittadini, che hanno deciso di spezzare le catene del malaffare e della malapolitica. Virginia, Chiara, Viviana e tutte le altre se amministreranno bene non sarà perché sono donne, ma perché sono persone oneste e capaci. E’ ora che se ne convincano i più riluttanti. Ed è soprattutto ora che lo comprendano quelle donne che per anni hanno vissuto all’ombra di vecchi e nuovi marpioni della politica che le hanno relegate all’ombra di una segreteria di partito o peggio ancora in una stanza vuota di una Regione o di un Comune perché “non è ancora arrivato il tuo momento’. Il momento è quando decidiamo di provarci perché siamo convinte di poter dare il meglio di noi stesse. Tutto il resto sono quote.