Vince la domanda di cambiamento. La strada è lunga, ma i varchi sono aperti

6 giugno 2016 | 17:25
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Vince la domanda di cambiamento. La strada è lunga, ma i varchi sono aperti

Ancora un cedimento, circa il 5%, della partecipazione al voto.  Attenuato dal richiamo elettorale del Movimento Cinque Stelle.  L’astensionismo, ad ogni modo, avanza. La vera antipolitica, rappresentata dalla vecchia politica cosiddetta “tradizionale”, vince soltanto sul fronte della disgregazione civile

Un sistema tradizionale di partiti che è la causa principale dello sfaldamento delle istituzioni democratiche e della rottura “violenta” dei legami tra i cittadini e la Politica. Il PD crolla. Gli esiti elettorali segnano una netta affermazione della domanda di cambiamento della maggioranza dei cittadini. Il Movimento Cinque Stelle, si conferma il più grande catalizzatore e interprete di questa domanda. Il primo dato, dunque, è tratto: il voto di domenica 5 giugno non è più banalizzabile come un voto di protesta contro i partiti tradizionali e in primis contro il Pd. E’ al contrario più onestamente identificabile come un voto per il cambiamento. Se questo è vero, gli scenari sono destinati a mutamenti significativi nella direzione di un capovolgimento degli assetti politici del Paese. In città come Roma e Torino, soprattutto, se i sindaci pentastellati dovessero superare la prova ballottaggio, il Movimento Cinque Stelle si assumerebbe una grande responsabilità. Amministrare bene significherebbe dare forza e continuità a quei mutamenti. In  caso contrario, amministrare male, vorrebbe dire promuovere un sentimento di delusione che costringerebbe molti cittadini a rinchiudersi nel recinto dell’astensionismo e della rassegnazione. Non sarà facile, perché la vecchia politica seminerà trappole ovunque. Le altre forze politiche, Fratelli d’Italia e Lega Nord, che per molti aspetti hanno catalizzato altri pezzi di domanda di cambiamento, hanno il limite di aver attratto quasi esclusivamente elettori interni all’area di Centro Destra. I dati dimostrerebbero un semplice travaso di elettori da “un isolato all’altro”, penalizzando Forza Italia, Ncd e altri. Meloni e Salvini, tuttavia, insieme a Parisi, hanno adesso più di prima la responsabilità di costruire una nuova forza di Centro Destra. Della Basilicata che dire? E’ evidente anche qui, seppure in misura ridotta, l’onda lenta, ma lunga di un cambiamento. Il Movimento Cinque Stelle avanza ovunque. A Pisticci è il primo partito e si gioca il secondo turno. Buone affermazioni a Montescaglioso, a Scanzano a Melfi. Un vento moderato di cambiamento è percepibile anche in Basilicata, dove il Pd e il Centrosinistra in generale, nonostante le qualità di alcuni candidati,  pagano il prezzo delle lotte interne e dell’arroganza di un potere che ormai fa sempre meno paura ai cittadini. La strada del cambiamento qui in Basilicata è lunga, ma è forte la speranza che ormai i varchi sono aperti.