Grassano, sindaco vieta attività di trivellazioni

6 giugno 2016 | 10:51
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Grassano, sindaco vieta attività di trivellazioni

Il sindaco di Grassano, Francesco Sanseverino ha firmato un’ordinanza per vietare attività di trivellazioni nel territorio comunale, e nello specifico per inibire il progetto Torrente Acquafredda autorizzato nel 2010. “La presente ordinanza- ha spiegato Francesco Sanseverino- è frutto anche di valutazione istruttoria in ordine al fatto che non esistono studi scientifici obbiettivi, imparziali e trasparenti in grado di escludere la pericolosità dell’attività di acquisizione di linee sismiche di tipo 2 D per l’ambiente e per la salute dei cittadini. In considerazione di tale attenta valutazione, si ritiene di dover applicare rigorosamente il principio di precauzione: tutte le attività petrolifere sono centri di pericolo d’inquinamento che secondo l’Agenzia per l’Ambiente americana (US EPA) valgono un rischio da 7 a 8 su una scala il cui massimo grado è 9. Le perforazioni petrolifere devono raggiungere grandi profondità nel sottosuolo per trovare gli idrocarburi ( circa 4 km di profondità in Val d’Agri), mentre gli acquiferi si trovano a profondità minori e possono essere attraversati dalle perforazioni con i conseguenti rischi di inquinamento delle acque di falda. L’attività petrolifera può causare inquinamento ed impoverimento delle acque sotterranee per una serie di cause, tra cui perdite dai pozzi che rappresentano la causa più comune di contaminazione delle acque sotterranee da gas, olio greggio, fluidi di fratturazione. Inoltre si deve considerare che il territorio di Grassano è a rischio idrogeologico e che l’esteso degrado ambientale, sperimentato a Grassano prima del ventesimo secolo, ha provocato problemi di drenaggio ed un certo numero di frane . Nel 1888 una frana, verificatasi nel territorio comunale, provocò un grave disastro ferroviario, ma i primi casi documentati di frane vicino all’abitato si ebbero solo nel 1895. Altre frane minori colpirono il paese in Via Cinti nel 1902, in via San Sofia nel 1903, in via Chiesa nel 1922, ed in Corso Umberto I° nel 1928. Ma solo dagli anni ’50 Grassano é stata interessata da due gravi frane, quelle del Rione Calvario e del cimitero. Queste si verificarono dopo vari preavvisi iniziali che segnalavano l’instabilità di tali aree. I resoconti contemporanei sulla frana del Calvario, del 1956, e del cimitero, del 1976, dimostrano come questi fatti furono senza precedenti per i danni arrecati. É evidente che se agli inizi del ventesimo secolo esisteva già un problema di frane urbane a Grassano, tuttavia il rischio era meno grave di quello che é diventato negli ultimi 50 anni. Il fatto di invocare o no il principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi siano indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto”. Le autorizzazioni ministeriali-conclude il sindaco- già rilasciate per consentire le ricerche di idrocarburi nel Comune di Grassano possono di fatto pregiudicare anche lo sviluppo del territorio con forte vocazione turistica, eco-sostenibile, con agricoltura intensiva e bellezze archeologiche, naturalistiche e paesaggistiche, che sarebbero fortemente compromesse oltre a costituire fonte di inquinamento acustico rilevante e potenziale danno alla salute dei cittadini in merito all’uso di sostanze chimiche utilizzate dalle compagnie petrolifere e al potenziale sversamento di sostanze nocive oltre all’assenza di studi scientifici in grado di escludere qualsiasi danno alla salute dei cittadini e pericolosità per la loro incolumità e la salute dei cittadini.”