Potenza: timbravano per i colleghi, due sospesi alla Commissione tributaria

10 maggio 2016 | 11:00
Share0
Potenza: timbravano per i colleghi, due sospesi alla Commissione tributaria

C’era chi se ne andava in giro per sbrigare faccende personali e chi si assentava dall’ufficio per svolgere una seconda attività lavorativa. C’erano poi i furbetti che, pur non avendo diritto al buono pasto, timbravano il cartellino e si assicuravano il pranzo non dovuto. Smascherati dalle telecamere fatte installare dalla Procura

 dopo la denuncia di un collega

Due persone, impiegate alla Commissione tributaria provinciale di Potenza sono state sospese dall’esercizio di pubblico ufficio a conclusione delle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Potenza. Si tratta di Leonardo Caruso, 52enne di Potenza e Fabio Masi, 44enne di Potenza, direttore della Commissione tributaria di Potenza che risultano indagati per truffa ai danni dello Stato continuata e falso. Altre due persone sono indagate.

L’indagine ha preso avvio dalla denuncia presentata alla Questura di Potenza da un funzionario della Commissione Tributaria Provinciale, che aveva segnalato i continui ritardi di alcuni colleghi nel raggiungere il posto di lavoro e la condotta sistematica e ripetuta nel tempo di abbandonare l’ufficio durante le ore in cui risultavano in servizio. Per verificare le ipotesi di reato, gli inquirenti hanno installato una una telecamera all’ingresso principale degli uffici della Commissione Tributaria nell’agosto 2015 e, successivamente, è stata installata un’ulteriore telecamera sull’uscita di emergenza in quanto alcuni dipendenti, pur risultando regolarmente presenti in ufficio, erano soliti allontanarsi, utilizzando l’uscita secondaria.

Le riprese delle telecamere- si legge in una nota della Procura- hanno permesso di accertare una condotta delittuosa continuata nel tempo (l’arco temporale delle indagini va da agosto 2015 a febbraio 2016), che ha visto coinvolti tutti gli indagati. Dalle indagini è emerso che i dipendenti della commissione indagati entravano ed uscivano dagli uffici a piacimento, avvalendosi anche della condotta dei colleghi che timbravano il cartellino al loro posto, facendo risultare un orario regolare di prestazione dell’attività lavorativa; spesso utilizzavano l’uscita secondaria dell’ufficio, allontanandosi per  sbrigare faccende personali o per per curare la loro seconda attività lavorativa; si avvalevano della “complicità” dei colleghi e dello stesso Direttore della Commissione Tributaria, Fabio Masi, che, spesso, timbrava il cartellino in uscita al posto dei colleghi che già avevano lasciato l’ufficio. Inoltre per usufruire dei buoni pasto, anche quando non ne avevano diritto, alcuni degli indagati timbravano in uscita e, subito dopo, l’entrata e si allontanavano per diverso tempo dal posto di lavoro, conseguendo così l’indebito vantaggio del pagamento per ore di lavoro non prestate e del buono pasto a cui non avevano diritto per le ore di lavoro effettivamente prestate.