Le lotte di Mingo il ribelle, esempio per le future generazioni

5 maggio 2016 | 17:59
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Le lotte di Mingo il ribelle, esempio per le future generazioni

Dopo l’incontro tra il Circolo Fotografico Il Castello e l’Associazione Culturale Presenza Lucana, per la serie dei Venerdì Culturali torna la cartella dal titolo “Personaggi del Sud” con una biografia narrata dal saggista-storico Giuseppe Coniglio, su un uomo della Basilicata, stimato, amato ed esempio per le future generazioni: Domenico Giannace. “Mingo il Ribelle” così l’ha definito l’autore, è un protagonista, del dopoguerra sino ai nostri giorni, di tante lotte contadine, delle rivendicazioni salariali per ottenere migliori condizioni di vita e un trattamento più umano a favore delle classi più deboli. La sua storia si dipana dai ricordi della Colonia Confinaria, alla lotta per l’occupazione delle terre, gli scioperi dei contadini, l’arresto, l’incontro, in carcere, con Rocco Scotellaro. Egli anche in età adulta ha partecipato al blocco della statale 106 , nel 2003, per evitare che le Scorie Radioattive fossero stoccate, in località Scanzano Jonico. Ora fa parte del Comitato permanente per evitare la chiusura dell’Ospedale di Tinchi centro di un crocevia che assorbe molti paesi. Quello di Coniglio, laureato in Lettere Classiche all’Università Federico II di Napoli, è un gradito ritorno a Presenza Lucana, dopo la presentazione di studi precedenti, di ottima fattura, legati alla storia del territorio del suo paese e soprattutto dei personaggi che si sono distinti al suo interno. Una vita di grande interesse quella che sarà narrata Venerdì 6 Maggio alle ore 18.00 presso la sede di Presenza Lucana in Via Veneto, con libero ingresso. Saranno presenti oltre all’autore del saggio, lo stesso “Mingo” Domenico Giannace che ha voluto raccontare, nel testo, la sua vita da carrettiere, presso il centro confinati di Bosco Salice (Pisticci) a contatto di grandi uomini della Resistenza Italiana, a quella di sindacalista e politico sempre pronto ad aiutare la classe povera. Un personaggio che deve essere conosciuto, da vicino, per apprezzarne le sue doti morali. Giuseppe Coniglio, in studi precedenti ha raccontato la storia dei 2000 confinati politici che transitarono dal “Campo Colonia di Bosco Salice”. In esso furono confinati cittadini di ogni ceto sociale e uomini di grande personalità, come lo statista Umberto Terracini, primo Presidente della Repubblica dopo la Liberazione. Da ricordare anche il Principe Filippo Doria, Primo Sindaco di Roma dopo la liberazione. Anche il Tarantino Edoardo Voccoli, nativo di Castellaneta, divenuto il primo Sindaco di Taranto nel 1946, dopo la vittoria della Repubblica è stato al Campo di Bosco Salice. Nel testo dei confinati politici, andato esaurito e non più pubblicato, Coniglio ha tratteggiato e descritto, i nomi dei tanti uomini che furono inviati, guardati a vista e chiusi, nelle casette fatte costruire, allineate per questo motivo e che si possono ancora vedere percorrendo la strada che dalla statale 106 porta a Pisticci, subito dopo Marconia. In questo libro Coniglio è stato aiutato da un personaggio che, con mente lucida, gli ha raccontato degli episodi che hanno fermato il tempo: ha avuto quella fortuna che pochi autori possiedono. Così questa storia già conosciuta, poiché scritta in un altro libro, rinasce con il personaggio di Giannace, che riceve dal contatto dei confinati quelle basi importanti per la sua crescita culturale e sociale. La relazione della serata sarà tenuta da Giuseppe Coniglio. Sarà presente “Mingo” Domenico Giannace che potrà tratteggiare momenti della sua vita. A Imma Naio il compito di leggere alcune liriche di Rocco Scotellaro, aiutata dagli arpeggi della chitarra dell’alunno Francesco Barbati del Liceo Musicale Archita. Quella presentata nella sede di Presenza Lucana, è un trascorso della vita italiana, tramite un personaggio in questo caso, che molti, senza distinzioni politiche, dovrebbero conoscere, poiché fa parte di una crescita che ha portato anche classi sociali meno abbienti ad avere quello sviluppo che si chiude tutto in una sola parola: Libertà. Michele Santoro