La Basilicata punta a produrre Cdr/Css per inceneritori e cementifici

13 maggio 2016 | 17:17
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La Basilicata punta a produrre Cdr/Css per inceneritori e cementifici

Con la citazione “orientare il sistema verso impianti termici ad alta efficienza” il piano regionale dei rifiuti che nelle intenzioni dichiara di essere in linea con la Strategia Rifiuri Zero, al contrario non fa altro che confermare le scelte strategiche della Regione Basilicata a restare ancora legata all’inceneritore di San Nicola di Melfi (Potenza) ed alla produzione di CDR/CSS da inviare ai due cementifici di Potenza e Matera! Altro che rifiuti zero !!!! Si sbandiera un sedicente “Modello lucano alternativo agli Ato” che si traduce nell’accettazione dell’Ato unico regionale che comprende la Gestione Rifiuti e la Gestione Idrica, che garantisce una gestione accentrata sulla Regione e che ha delegittimato i precedenti ATO provinciali: dove sarebbe la citata “alternativa”? Se si parla di futuribili “Ambiti di Raccolta” occorre chiarire che questi non cambieranno assolutamente il modello impiantistico ma saranno “contenitori vuoti” come altri già sperimentati in Puglia ed in Sicilia. Dai dati Ispra 2014 presentati nel piano, sembrerebbe che i rifiuti inceneriti in Basilicata non siano solo le 30.000 t/a smaltite nell’inceneritore Fenice-Edf-Rendina, ma che siano oltre 52.000 t/a , tra cui quelle incenerite presso i cementifici di provenienza extra regionale di cui sarebbe interessante conoscere la provenienza. Nel piano non viene MAI messa in discussione la prosecuzione dell’attività dell’inceneritore Fenice-Edf-Rendina di San Nicola di Melfi, salvo le balbettanti dichiarazioni iniziali sulla sua “transitorietà” di cui infatti non viene stabilito assolutamente la eventuale data di chiusura. La soluzione “alternativa” all’inceneritore sembra essere, secondo la Strategia adottata, con il concorso di Rifiuti Zero, quella del co-incenerimento presso il Cementificio Costantinopoli di Barile (Potenza) per 60.000 t/a e presso il Cementificio Italcementi di Matera per altre 60.000 t/a = 120.000 t/a da estrarre da Rifiuti Indifferenziati pari a circa 360.000 che saranno ovviamente importati visto che la Basilicata ne produce solo 200.000 circa in totale. La sintesi del sistema impiantistico conferma la scelta di puntare sulla produzione di CDR/CSS da inviare per 30.000 t/a all’inceneritore di San Nicola di Melfi (Pz) e per eventuali altre 120.000 t/a ai cementifici di Barile (pz) e di Matera! Altro che rifiuti zero! Si vuole portare a proprio beneficio la chiusura di un inceneritore nel Comune di Potenza, rilevando che tale “impianto non esiste in quanto mai autorizzato”, a differenza dell’ inceneritore di San Nicola di Melfi (Pz) che continuerà tranquillamente la sua attività di contaminazione irreversibile dell’area nord Basilicata! 

Massimo Piras coordinatore nazionale  Movimento Legge Rifiuti Zero

Nicola Abbiuso Comitato Diritto alla Salute Movimento Legge Rifiuti Zero