Il potere dell’ignoranza e la democrazia senza popolo

19 maggio 2016 | 18:33
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Il potere dell’ignoranza e la democrazia senza popolo

Scrittori, scienziati, intellettuali, giornalisti accusano: “Troppi ignoranti siedono in Parlamento.” D’accordo. Aggiungerei che di ignoranti sono piene anche le istituzioni locali: dai Consigli regionali a quelli municipali. La domanda è: Quindi? Sarebbe corretto partire da una considerazione molto semplice. Se un ignorante ha un suo seguito, anche importante, chi è più ignorante? L’ignorante o chi lo segue? Milioni di italiani sono analfabeti funzionali, vivono nell’ignoranza e nella banalità. Questi italiani votano e chi votano? Votano gli ignoranti che hanno fatto strada perché più furbi dei loro seguaci. Abbiamo dunque due categorie di ignoranti: i fessi e i furbi. Questi ultimi sono nelle istituzioni. Ma l’ignorante seguace è davvero così fesso? Non sempre. Ci sono gli ignoranti seguaci fessi e seguaci scaltri. Questi ultimi aspirano ad ottenere qualcosa dal loro rappresentante nelle istituzioni: un favore, un posto di lavoro, una prebenda qualsiasi. A volte, i seguaci ignoranti scaltri, li troviamo nelle retroguardie dei furbi, aspiranti ad una poltrona politica, pronti a fare da pezzi di ricambio. Torno alla domanda di partenza: Quindi? Che si fa? Come ci liberiamo da questa gabbia ormai insopportabile e distruttiva? Semplice: con la democrazia. Qualcuno può obiettare che siamo già in un regime democratico. Error! La democrazia richiede una piattaforma di consenso qualificata e partecipativa (il popolo) che dal basso della piramide, attraverso libere elezioni, fa ascendere il potere verso l’alto fino al vertice della piramide (istituzioni rappresentative del popolo). Se la piattaforma del consenso (elettori) è squalificata, abitata da milioni di ignoranti fessi e scaltri, il processo “piramidale” avviene al contrario. Il potere discendente dall’alto verso il basso costituisce una forma di autarchia o di aristocrazia. Il popolo, da sovrano sulla carta diventa suddito nei fatti. E’ la situazione italiana da molti decenni. A tutti i livelli, nazionale e locale. Allora? Quattro sono le grandi infrastrutture sociali su cui investire a lungo termine: scuola, cultura, welfare, partecipazione e cittadinanza. Perché un’opinione pubblica avveduta, consapevole, critica e intelligente spingerà ai vertici della piramide persone capaci, oneste e degne di rappresentare il popolo. Allora potremo dire che siamo in un regime democratico fondato su libere elezioni.