Trivellopoli. Nuova interrogazione di Pedicini alla Commissione Europea

20 aprile 2016 | 15:07
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Trivellopoli. Nuova interrogazione di Pedicini alla Commissione Europea

Dopo il ciclone provocato dall’inchiesta della magistratura sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, il portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini ha presentato un’altra interrogazione alla Commissione europea per chiedere un immediato intervento.

Pedicini ha chiesto alla Commissione di far sapere se, alla luce delle indagini della magistratura, che evidenziano il non corretto controllo da parte degli organi competenti dell’attività estrattiva e del mancato rispetto dei principi a tutela della salute umana e dell’ambiente contenuti nei Trattati e nelle direttive Ue sull’inquinamento dei corpi idrici, sui rifiuti e sulle emissioni inquinanti, ritiene ancora ammissibile il prosieguo dell’attività di estrazione petrolifera in Val d’Agri e se intende aprire una procedura di infrazione a seguito della procedura d’indagine sull’inquinamento che ha già avviato circa un anno fa.

Nell’interrogazione viene spiegato alla Commissione Ue che, ha seguito dell’inchiesta giudiziaria, i carabinieri del Noe hanno tratto in arresto cinque dipendenti del Centro Oli Eni di Viggiano, perché ritenuti responsabili di “attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti”, e che le indagini riguardano, in particolare, il trattamento delle acque reflue, la verifica del corretto smaltimento dei rifiuti prodotti nella struttura, le emissioni in atmosfera, i livelli di diossina e la presenza di inquinanti nel terreno. Dall’inchiesta – è scritto ancora nell’interrogazione – emergerebbe un sistema di interessi che coinvolge imprenditori, politica e autorità preposte al monitoraggio ambientale che, nel corso degli anni, non avrebbero controllato l’attività estrattiva e tutelato la salute dei cittadini.

Già in altre due interrogazioni – viene evidenziato – si faceva notare alla Commissione il grave e perdurante stato d’inquinamento dei corpi idrici della Val d’Agri con molta probabilità dovuto alle attività di estrazione petrolifera. “Ci auguriamo – ha commentato Pedicini – che ora, grazie all’intervento della magistratura, l’Unione europea si occupi con maggiore attenzione di quanto sta accadendo in Val d’Agri e acceleri l’indagine avviata circa un anno fa a seguito delle nostre numerose denunce e segnalazioni.

Il M5s Europa – ha concluso il portavoce pentastellato – continuerà ad incalzare i vari organismi di Bruxelles con tutti gli strumenti possibili e non permetterà ulteriori ritardi o omissioni. L’Ue dovrà decidere se intende tutelare i cittadini o le lobby del petrolio”.