Matera: mancata ordinanza La Martella, “il caso in procura”

21 aprile 2016 | 11:44
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Matera: mancata ordinanza La Martella, “il caso in procura”

Dato per acquisito che il soldato Ryan resta in battaglia e poi quel che sarà sarà, ribadiamo che la città non abbisogna di altri chiacchieroni semmai importati. L’area della Martella sulla quale insiste la discarica presenta valori anomali nelle acque sotterranee o nelle sue falde. I valori anomali sono i indicati nei due piezometri di bianco ma anche in altri Tre che partendo dal lato Ovest della discarica arrivano a quello Nord-Est ed interessano il settore IV- quello del sovrabbanco- ed il settore V -quello dove è in atto il nuovo sovrabbbanco-. In prossimità di quei settori si sono verificati, nella stagione delle piogge, valori anomali di Ferro, Alluminio e talvolta Mercurio. Le semplificazioni non portano a niente. C’è da caratterizzare tutta l’area non solo quella circostante la discarica, fare l’analisi del rischio e procedere alla bonifica. Siamo quasi al punto di partenza grazie all’inerzia del Comune di Matera, solo adesso si comincia a capire meglio il fenomeno nelle sue consistenze. Una conferenza dei servizi di cui all’art 242 del d.l. 152/06 significa che il Comune deve essere preparato ed aver studiato il sottosuolo altrimenti sono chiacchiere e riceverà la censura come l’ha avuta con la diffida ad operare o l’avvio del procedimento della nuova AIA-VIA ed in più ha preso una oblazione dal valore consistente da parte delle autorità giudiziarie per l’ultimo sovrabbanco abusivo. I venditori di fumo non vanno ormai lontano! Molto grave è il non aver ottemperato a quanto richiesto dall’autorità sanitaria e questa è una cosa a sé. Il Direttore della Unità Operativa Igiene, Epidemiologica e Sanità Pubblica dell’ASM ha intimato l’emanazione “di una ordinanza contingibile ed urgente, ai fini della tutela della salute pubblica, tendente al divieto di utilizzo delle acque sotterranee e di falda, per qualunque scopo, eventualmente impiegate da insediamenti umani, produttivi e zootecnici presenti nella zona interessata o in altre zone del territorio in cui sono presenti, sulla scorta dei rilievi idrogeologici a disposizione di codesto Ente, altre falde che potrebbero essere eventualmente interessate da questo tipo di inquinamento. La durata dell’efficacia di questa ordinanza è subordinata all’acquisizione di analisi successive che escludano tale forma di inquinamento, previo intervento di bonifica.” L’intimazione superava quindi la zona del piezometro SP4, attiguo alla discarica, per includere un’area più vasta racchiudendo anche quelle aree dove sono sistemati i piezometri del bianco posti uno a 1200 e l’altro a 700 metri dall’impianto. Questi due piezometri denunciano, tra l’altro, una presenza di mercurio rispettivamente pari a più del doppio o del triplo rispetto al limite permesso. Il Comune, Sindaco e Dirigente, si è palleggiato in maniera irresponsabile la lettera per circa 50 giorni e noi, Associazione Ambiente e Legalità, abbiamo chiesto alla Regione di intervenire con i poteri sostitutivi ed emettere l’ordinanza che il Comune non ha fatto. Non mancheremo di segnalare l’accaduto alle autorità giudiziarie perchè avendo disatteso alla intimazione dell’autorità sanitaria può aver messo a repentaglio la salute pubblica di coloro che in qualche modo insistono in quella area. L’invito a denunciare l’accaduto è stato rivolto anche agli uffici regionali preposti onde evitare di essere individuati quali complici di un comportamento gravemente sanzionabile.

Pio Abiusi, associazione Ambiente e Legalità